E’ stato ritrovato senza vita dopo una notte di ricerche l’imprenditore agricolo di 75 anni, Giacomo Chiapparini, travolto domenica sera da migliaia di forme di grana Padano in seguito al cedimento delle scaffalature avvenuto nell’omonimo caseificio di Romano di Lombardia, in provincia di Bergamo. 

Un cedimento che ha provocato il crollo di ben 25mila forme di grana Padano. La caduta di un primo scaffale, alto fino al soffitto, ha causato un micidiale effetto domino e l’uomo, Giacomo Chiapparini, è stato travolto senza avere scampo. In quel momento, stava lavorando su un macchinario per lo spostamento delle forme.

Sul posto sono intervenuti una ventina di vigili del fuoco – giunti dal comando di Bergamo e dai distaccamenti di Romano di Lombardia, Treviglio e Dalmine -, i carabinieri e i mezzi del 118. Le ricerche dell’imprenditore sono andate avanti tutta la notte, con i soccorritori che hanno faticato non poco per rimuovere le forme di grana. In mattinata il drammatico epilogo con le possibilità di trovarlo vivo che erano quasi nulle sin da subito sia per il grosso quantitativo dei formaggi sia per peso degli stessi. Restano da capire le cause del cedimento degli scaffali, probabilmente dovute a un guasto al sistema che movimenta le stesse forme e che il titolare del caseificio stava utilizzando.

Ora i carabinieri e Ats Bergamo stanno cercando di capire cosa abbia causato il crollo a ‘effetto domino’ degli scaffali: in tutto sono cadute 25.000 forme in un’area di duemila metri quadrati. Ingenti anche i danni economici, ora al vaglio.

“Ogni giorno – si legge in un articolo dedicato all’azienda di Chiapparini sul sito Granapadano.it – in questo allevamento si mungono mediamente 270 quintali di latte per produrre 50 forme di Grana Padano per un totale di oltre 15 mila forme l’anno!”.

Mary Chiapparini, figlia di Giacomo, poi racconta “Siamo produttori di latte da sempre. Mio padre Giacomo, ultimo di 7 fratelli, ha lavorato per anni con il padre e due fratelli come mezzadro prima di mettersi in proprio, guadagnandosi, grazie al suo lavoro, la prima cascina e un po’ di terra. Nel 1977 si è diviso dai fratelli e con la sua quota di 26 capi bovini, un trattore, un escavatore, mezzo capannone e un po’ di terra, ha iniziato la sua avventura. Ha cominciato a costruire la prima stalla e a vendere la materia prima alle grandi aziende di trasformazione, Invernizzi, Kraft, riuscendo a farsi riconoscere anche i premi sulla qualità”.

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