Crypto Week, Trump firma il Genius Act e lancia i pagamenti in stablecoin. Piermarini: “Si diffonderanno entro due anni”

President Donald Trump holds up the signed document after signing the GENIUS Act, a bill that regulates stablecoins, a type of cryptocurrency, in the East Room of the White House, Friday, July 18, 2025, in Washington. (AP Photo/Evan Vucci)

Questa settimana il Congresso USA si è concentrato sulla “Crypto Week“, approvando il Clarity Act, il Genius Act e il CBDC Anti Surveillance-State Act. Per capire cosa è stato approvato negli Stati Uniti su un tema chiave per il nostro futuro, ho parlato con Luca Piermarini, co-founder della Blockchain Student Association Italy

Rispetto al CBDC Act, proposta che vieta categoricamente l’introduzione, anche sperimentale, di una valuta digitale centralizzata da parte della FED. Secondo te questo frenerà la competitività USA rispetto a Cina e UE, che stanno invece avanzando rispetto a questa materia?
In realtà, la scelta degli Stati Uniti di non puntare su una CBDC federale, almeno per ora, è strategicamente sensata. Negli Stati Uniti sono già operative stablecoin molto diffuse come USDT e USDC, che di fatto svolgono gran parte delle funzioni di una moneta digitale privata ancorata al dollaro. Piuttosto che introdurre una valuta digitale centralizzata che rischierebbe di entrare in competizione con queste soluzioni consolidate, il Congresso sta preferendo definire regole chiare per garantire trasparenza, riserve 1:1 e tutela dei consumatori. Va anche considerato il timore che una CBDC possa sottrarre liquidità alle banche commerciali, alterando gli equilibri del sistema bancario. Inoltre, mantenere un modello basato su stablecoin emesse da soggetti privati consente di preservare l’assetto attuale della politica monetaria, poiché le riserve restano distribuite nel circuito bancario e non confluiscono in un’unica infrastruttura federale. Questo consente alla Fed di continuare a operare attraverso gli strumenti tradizionali di gestione della liquidità e dei tassi d’interesse, evitando di introdurre una moneta digitale che potrebbe accelerare la disintermediazione bancaria.
Certo, la Cina e l’UE con le loro CBDCs potrebbero avere un impatto più diretto sull’adozione di massa, anche perché i cittadini saranno in parte spinti o obbligati a utilizzarle per i pagamenti pubblici o le transazioni quotidiane. Tuttavia, mantenere una logica di mercato e non centralizzare l’emissione digitale potrebbe rivelarsi, nel lungo termine, un vantaggio competitivo per gli Stati Uniti e un modo per sostenere sia la stabilità del sistema finanziario sia il ruolo globale del dollaro.

Il Genius Act invece mira a regolare le stablecoin, particolari digital asset il cui valore è ancorato ad altri asset come il dollaro o a titoli di Stato a breve termine. Pensi che la legge possa spostare in modo rilevante l’attenzione del mondo crypto verso le stablecoin, che meglio si prestano all’utilizzo nella vita quotidiana?
Sì, credo che il Genius Act possa effettivamente spostare in modo significativo l’attenzione del settore crypto verso le stablecoin. La proposta di legge stabilisce regole precise su riserve, trasparenza e controlli, riducendo l’incertezza normativa che finora ha frenato molti operatori istituzionali. Le stablecoin, per loro natura, si prestano molto più facilmente all’uso quotidiano, dai pagamenti digitali alle rimesse internazionali, perché eliminano la volatilità tipica di altri asset digitali come Bitcoin o Ethereum.
Con il Genius Act, firmato ieri da Trump, vedremo un’espansione degli strumenti di pagamento e una crescente integrazione delle stablecoin nei servizi finanziari tradizionali. Inoltre, la chiarezza normativa potrebbe attirare nuovi emittenti e capitali negli Stati Uniti, rafforzando il ruolo, già dominante, del dollaro digitale privato come standard globale di trading nel mondo crypto e accelerando l’adozione di massa di queste soluzioni anche tra consumatori e commercianti.

Entro quanto, secondo te, il cambiamento sarà accettato e comincerà a diffondersi tra gli utenti e soprattutto tra i commercianti?
Credo che i pagamenti basati su stablecoin possano iniziare a diffondersi in maniera rilevante entro 2-3 anni, soprattutto se sostenuti da regole chiare come quelle in discussione negli USA. L’adozione di massa da parte di commercianti e utenti richiederà più tempo, probabilmente oltre 5 anni, anche per questioni di fiducia e infrastrutture.

Nel complesso, considerando anche il Clarity Act, pensi che le leggi approvate durante la Crypto Week garantiranno un vantaggio al risparmiatore americano, e pensi che in Italia leggi che guardano al futuro come queste siano possibili?
L’approvazione del Genius Act e del Clarity Act potrebbe portare vantaggi concreti ai risparmiatori americani, soprattutto in termini di maggiore protezione e trasparenza. Queste leggi offrono un quadro normativo che favorisce l’innovazione senza sacrificare la tutela dei consumatori e, inoltre, stabiliscono regole chiare su riserve, controlli e responsabilità degli emittenti di stablecoin, riducendo il rischio di frodi o fallimenti improvvisi, come accaduto con Terra Luna o FTX.
È importante sottolineare che si tratta di un approccio diverso rispetto al regolamento europeo MiCA, che è più prudenziale e dettagliato, mentre la normativa americana resta più flessibile e orientata a sostenere la competitività del dollaro anche sul piano internazionale.
In Italia, purtroppo, manca ancora un dibattito organico su questi temi e la regolamentazione resta frammentata e spesso poco aggiornata. Tuttavia, qualcosa sta iniziando a cambiare: cresce l’attenzione delle istituzioni e di alcune realtà bancarie verso le innovazioni digitali e si stanno sviluppando progetti legati alla tokenizzazione e ai pagamenti digitali. Serve una visione più lungimirante che sappia coniugare competitività e sicurezza, per non rischiare di rimanere indietro in un settore destinato ad avere un impatto sempre maggiore sull’economia reale.