Da Bolsonaro alla sinistra antisemita: lo sfascismo trasversale fomenta le folle

Le parole sono importanti, faceva dire Nanni Moretti al suo avatar in accappatoio. E ormai siamo tutti sepolti da un diluvio di parole violente, oscene, tossiche. Non esiste più una realtà oggettiva o condivisa, ma solo il tifo che la rimodella e la deforma. È il frutto di un mondo dove non si assottiglia solo lo spazio delle democrazie, ma sbiadisce sempre più, al loro interno, la voce delle forze riformiste e liberali. Dove sono i democratici americani, che fino a novembre scorso dettavano la linea all’Occidente? E la sinistra israeliana, che dovrebbe arginare sia i falchi di Tel Aviv sia gli antisemiti che rispuntano dalle fogne? Cosa ne sarà di un Brasile dove un presidente viene condannato come aspirante assassino del suo avversario?

Un tempo l’Europa poteva fare da maestrina verso tutti i populismi. Oggi i suoi governi vedono asserragliati popolari, liberali e socialisti, mentre ai loro lati, destro e sinistro, prosperano i predicatori del rancore. Blocchiamo tutto o cacciamo tutti gli immigrati, aboliamo l’Europa o vietiamola agli ucraini, togliamo ossigeno alla Nato o diamo spago a Putin. Questi sono i programmi di destre e sinistre sempre più convergenti nel loro sfascismo. Questo è il vero riflesso del 1914, di cui ha parlato con lucidità Sergio Mattarella irritando i guastatori della stampa e della politica.

Gli inni incendiari si accavallano. Si va dalle accuse in Parlamento al ministro degli Esteri di essere al soldo di Israele fino al giustificazionismo per l’omicidio del giovane attivista trumpiano, con linguaggi in stile Brigate Rosse. Tutto questo, mentre la condanna a morte del suo presunto assassino è decretata in diretta tv dal presidente degli Stati Uniti in persona. E se su ogni causa si sceglie con cura il termine più estremo – genocidio, terrorismo, nazisti, riarmo – suona sinistra la convergenza di chi invece la violenza la minimizza fino all’insulto per le vittime: così come nel 2022 un’invasione armata fu definita da Putin “operazione militare speciale”, nel 2025 le stragi russe ricevono da Trump commenti da TripAdvisor. Non sono contento. Non mi piace. Sono sorpreso.

Dietro questo naufragio della ragione, ci sono gli errori storici di un riformismo che ha gradualmente smarrito la prospettiva dei bisogni e dei sogni delle persone. Ha smesso di parlare la lingua del lavoro, della casa, della salute, della sicurezza. Ha smesso di dannarsi l’anima per far muovere l’ascensore sociale. Le socialdemocrazie si sono annacquate sempre più in un riformismo da salotto, da think tank o da fondazione. Rampini cita i suoi amici newyorchesi, che in terrazza discettano del possibile esito fascista del trumpismo. Ma anche in Europa l’intera sinistra si è da tempo trasferita in un’immaginaria terrazza modello Grande Bellezza. Lì, fra un prosecco e un invito alla prossima mostra, si riconosce la Palestina, si perfeziona la schwa e si raccolgono firme per far diventare alti i nani della Disney.