“Dammi 5mila euro”, il quartiere difende Giulio: “Né rapinatore né violento, va solo aiutato perché non sta bene”

Giulio non è un rapinatore, è un ragazzo con problemi psichici e va aiutato”. Dopo il caso di ‘Maria la pazza’, a Pianura, periferia ovest di Napoli, i cittadini difendono un ragazzo di 30 anni arrestato nei giorni scorsi per una tentata rapina in una ricevitoria. Secondo la ricostruzione dei carabinieri, che hanno raccolto le testimonianze della titolare dell’esercizio commerciale e di una commessa, il giovane ha fatto irruzione all’interno del tabacchi lo scorso 1 novembre. Armato di un’asta di ferro, ha prima fatto uscire i clienti presenti, poi ha abbassato la serranda e ha intimato alle due donne di consegnargli ben 5mila euro.

Una richiesta insolita, una cifra spropositata, rispedita al mittente dalla proprietaria del tabacchi che conosce la famiglia del ragazzo. E’ bastato un “no” e la minaccia di chiamare le forze dell’ordine per mettere in fuga Giulio, rintracciato successivamente dai militari dell’Arma nelle vicinanze. Adesso è in carcere in attesa di giudizio.

Proviene da una buona famiglia. E’ un ragazzo che da anni ha bisogno di aiuto” commenta un residente del quartiere che conosce la situazione del 30enne. “Andrebbe solo seguito, gestito e protetto, tutto qui. Lo so per certo perché lavoravo nel reparto in cui era ricoverato” aggiunge. Giulio è un ragazzo che da anni soffre di problemi di natura psichica. “Non è violento, basti pensare che appena la titolare ha detto di chiamare le forze dell’ordine lui è fuggito via” spiega un altro residente del quartiere. “Poi – aggiunge – entrare in un tabacchi e pretendere 5mila euro già di per sé è una richiesta insolita”.

Giulio quando gira per le strade di Pianura chiama tutti “zio” e “zia“. “Purtroppo è andato a curarsi tante volte, ma poi va via e peggiora. Non è un criminale, ha bisogno di essere curato. Come la signora che va rubando (Maria la pazza, ndr), difendendola non le date nessun aiuto. Vanno curati in centri di recupero. Con il passare degli anni le patologie psichiatriche peggiorano” osserva una donna.

Antonio Senese, attivista con il gruppo 80126, conferma: “Sono mesi che non sta bene questo ragazzo, doveva essere preso in custodia prima e poi aiutato. Non gli mancano i soldi, non è un rapinatore, semplicemente qualche anno fa ha iniziato a palesare i primi segni di squilibrio, chi lo conosce sa bene che il problema è molto serio. Mi dispiace Giulio, per te e la tua famiglia che mi è tanto cara”.

La lettera dello zio di Giulio pubblicata sulla pagina Facebook “Pianura e dintorni”

Giulio, per noi Giulietto, non è un delinquente, estorsore, rapinatore, sequestratore. Giulio ha una patologia chiara ed al tempo stesso complessa bisognevole oltre alla gestione farmacologica di tanto amore, cosa che me per primo probabilmente non do abbastanza.
Leggere alcuni commenti fuori luogo fa male, al netto del legame di parentela, molti di questi puntuali ed onnipresenti commentatori sanno, conoscono le condizioni di Giulio, la difficoltà a proseguire la cura farmacologica per un uomo di 30 anni che ha influenze anche sulla sfera sensuale. Tutti sanno che il locale nel quale Giulio è andato non è di sconosciuti, Giulio è andato dove riconosce gli affetti, i parenti più stretti ad elemosinare , nell’unico modo che la patologia gli consente, Amore.
Non pensiate sia facile gestire una patologia complessa come il Bipolarismo, oltre ai farmaci ed all’amore è necessaria la costante assunzione di farmaci che se saltati riportano nel baratro mio nipote.
Se a questo aggiungiamo la solitudine in cui vengono lasciati coloro che soffrono di squilibri attinenti la sfera psichica ed i loro familiari, capirete le difficoltà, lo scoramento e la rabbia.
Non ergetevi a giudici, dottori, sentitevi fortunati a non avere questi problemi in famiglia.
GIÙ LE LINGUE DA GIULIO DOMENICO MEROLLA, grazie!”.