Decaro e il suo nuovo libro multitasking: si può leggere e usare contro gli insetti

Lo scatto è perfetto, troppo direi, tanto da sembrare irreale se lo fissiamo per qualche secondo in più. Così delle due l’una, o chi aveva lo smartphone in mano è stato bravo e fortunatissimo a cogliere l’attimo irripetibile portandosi a casa una immagine fantastica, oppure la mosca che svolazza ignara del pericolo e delle intenzioni assassine di Antonio Decaro, è figlia illegittima di photoshop.

C’è voluto un esame attento e meticoloso, terminato dopo trentotto lunghissimi secondi in cui, per ben tre volte, ho dovuto alzare e abbassare gli occhiali per colpa della maledetta presbiopia del cinquantenne, per farmi propendere senza tentennamenti e incertezze per la prima ipotesi: lo scatto è una autentica botta di culo. Non c’è alcuna manipolazione o intervento da parte dell’intelligenza artificiale generativa.
Del resto, è sufficiente puntare lo sguardo sull’espressione spiritata e da esorcista dell’autore, che sottovoce recita il suo vade retro mosca, per concordare con la tesi che la ciorta ci ha messo non una, ma tutte e due le mani.

La medesima cosa all’istante, l’avrà pensata lo stesso Decaro, che infatti proprio su questa coincidenza fotografica ci ha costruito tutto il post di presentazione del suo libro – “Vicino. Fare politica insieme alle persone” (Solferino 2025). “Cosa non è questo libro – scrive l’eurodeputato dem nel post pubblicato lo scorso 11 luglio su Facebook e Instagram – non è un’opera letteraria, non è un’alternativa ai quotidiani sportivi o alla Settimana Enigmistica sotto l’ombrellone e non è uno strumento alternativo per scacciare le mosche (ma potrebbe anche funzionare, provateci). È un altro modo, diverso e per me del tutto nuovo, di starvi vicino. Se volete leggerlo (o anche solo utilizzarlo contro le mosche) fatemi sapere cosa ne pensate”. L’unico dubbio e assillo che continuerà a non trovare alcuna risposta, anche dopo aver letto il libro, è se quel polso a fionda sia riuscito o meno a sferrare mosca il colpo ferale.