Fare i conti con la straordinaria forza dei social media e anche coi nuovi rischi che si aprono. Per tre giorni a Bagheria il confronto tra comunicatori, esperti, politologi e ragazzi che intendono formarsi per entrare nel mondo della comunicazione ha messo in evidenza tutto questo. Cominciamo dalla pervasività e dalla ineludibilità dei social.

“Ormai tutta la comunicazione non può fare a meno di Instagram e TikTok. – ha detto Domenico Giordano, spin doctor e analista – Donald Trump nel corso della campagna elettorale con 58 video ha avuto 1.5 miliardi di visualizzazione e oltre 100 milioni di like. Ogni video è stato visto in media da 25 milioni di persone. Dati ormai impossibili da raggiungere normalmente con la TV”. Ma da un punto più vicino del mondo, la Romania, arrivano segnali preoccupanti. Li ha portati nella discussione Guido Scorza, componente del Collegio del Garante per la protezione dei dati personali: “Il recente annullamento delle elezioni in Romania – ha detto – in ragione della circostanza che la volontà degli elettori potrebbe essere stata manipolata a mezzo algoritmi e social network è una notizia che dovrebbe farci riflettere tutti”.

“Si dice spesso: “chi ti conosce meglio sa come prenderti” – ha aggiunto Scorza – Quello che si intende è che chi ti conosce meglio sa come portarti a scegliere, in ogni ambito, come vorrebbe. Normalmente a conoscerci meglio era chi ci stava più vicino e ci voleva più bene, comunque qualcuno di cui ci fidavamo così tanto da raccontargli tutto di noi. Oggi, a conoscerci meglio, sono i padroni delle grandi piattaforme digitali, incluse quelle che offrono servizi basati sull’AI. In un contesto di questo genere il rischio che anche i processi democratici possano essere etero-diretti è enorme”.

Ma è chiaro che l’uso dei social è davvero inevitabile, come ha raccontato Daniele Cinà, social media strategist del sindaco di Roma, Roberto Gualtieri: “Il sindaco Gualtieri – afferma Cinà – nell’ultimo mese su Instagram ha raggiunto 1.8 milioni di account, per il 95% non follower. E su TikTok ha avuto 7,4 milioni di visualizzazioni. Nell’ultimo anno i suoi video su TikTok hanno avuto 77 milioni di visualizzazioni e 4 milioni di “mi piace”. Nell’ultimo trimestre ha raggiunto quasi 3 milioni di utenti unici su Instagram. Tutti risultati raggiunti senza pubblicità”. Numeri ed efficacia comunicativa che i media tradizionali non possono raggiungere.

Eppure il problema di un uso corretto dei dati è davvero una emergenza visto che, come sostiene Giovanni Prattichizzo, social media manager dell’Istat. “Siamo immersi nella datademia. Accanto al fenomeno ormai conosciuto dell’infodemia, si deve segnalare la pioggia inesauribile e incontrollata di dati, statistiche, sondaggi; tutta una serie di informazioni quantitative che riempiono le narrazioni quotidiane, singole e collettive, digital e social e sono anche ricercate da pubblici più diversi. Proprio per questo diventa ancora più urgente che la comunicazione pubblica dei dati diffonda, con format e grammatiche corrette, contenuti statistici sui social per accorciare le distanze e avvicinarci ai cittadini distanti”.

E la Winter School promossa da NetPolitics col sostegno del comune di Bagheria e dell’Assostampa Sicilia oltre che dell’Associazione PA Social, è servita proprio a questo, a fornire a chi vuole comunicare strumenti di conoscenza, di verifica, non è il punto di arrivo. “È l’inizio di un percorso – ha commentato Gianluca Passarelli politologo, docente della Sapienza e che dirige il comitato scientifico di Net Politics – con cui desideriamo creare strumenti, conoscenza e consapevolezza attorno ai temi della comunicazione e dei dati, quali elementi fondanti di una società quanto più trasparente e democratica possibile. Abbiamo posto le basi per un confronto aperto e dinamico su temi per noi importanti”.

E per tornare alle allarmate parole di Scorza “mai come oggi la privacy è baluardo ultimo di diritti e libertà fondamentali: meno la proteggiamo più è elevato il rischio di ritrovarci esposti a fenomeni di compressione insostenibile del nostro diritto all’autodeterminazione in tutte le dimensioni della nostra vita”.