La manipolazione sul web minaccia le elezioni
In Romania dilaga la propaganda filo-russa, l’ascesa di Georgescu è un campanello d’allarme: l’Ue deve difendersi dalle interferenze online
Le recenti elezioni presidenziali in Romania rappresentano un caso emblematico dei pericoli legati alla manipolazione delle informazioni online. La sorprendente ascesa dell’ultranazionalista e filo-russo Călin Georgescu è il risultato di una campagna massiccia su TikTok. Nonostante le regole della piattaforma vietino la pubblicità politica diretta, Georgescu ha beneficiato di contenuti coordinati, prodotti e amplificati da influencer, senza trasparenza sulle fonti di finanziamento o sulla natura politica dei messaggi diffusi.
La campagna di Georgescu e il ruolo degli influencer
La sua campagna #balanceandverticality ha totalizzato 2,4 milioni di visualizzazioni, con influencer che descrivevano Georgescu senza nominarlo esplicitamente ma seguendo uno script evidentemente orchestrato. Parallelamente l’assenza di un’etichettatura chiara per i contenuti politici, la mancata regolamentazione delle attività degli influencer e la diffusione di messaggi “non esplicitamente politici” hanno permesso la propagazione di messaggi finalizzati a influenzare l’esito elettorale. Inoltre la pubblicità politica al di fuori dei social media, spesso priva di trasparenza e di regolamentazione, ha contribuito ulteriormente a falsare il panorama elettorale. Questi eventi dimostrano quanto sia urgente rafforzare gli strumenti normativi europei per garantire la trasparenza e l’equità dei processi elettorali, proteggendoli dalle interferenze esterne e dalla manipolazione algoritmica.
Digital Services Act
La Ue ha già intrapreso passi importanti in questa direzione. Il Digital Services Act impone alle grandi piattaforme online obblighi stringenti per identificare, analizzare e mitigare i rischi derivanti dall’uso dei loro algoritmi, tra cui la disinformazione e le ingerenze nei processi elettorali. Inoltre il DSA vieta l’uso di dati personali sensibili, come opinioni politiche, per il targeting pubblicitario, proteggendo così gli utenti da forme di manipolazione mirata. A completare il quadro normativo, il Regolamento sulla trasparenza e il targeting della pubblicità politica, adottato nel marzo 2024 e applicabile dal 2025, rappresenta un’innovazione fondamentale. Questo regolamento affronta in modo specifico i rischi legati alla pubblicità politica, sia online che offline, introducendo obblighi di trasparenza che avrebbero potuto prevenire manipolazioni come quelle viste in Romania.
Se il Regolamento sulla pubblicità politica fosse stato già in vigore, i fenomeni osservati durante le elezioni rumene non sarebbero stati possibili: campagne come #balanceandverticality sarebbero state etichettate come pubblicità politica, con l’indicazione chiara dello sponsor e delle motivazioni dietro i contenuti; finanziamenti trasparenti, dichiarati e accessibili pubblicamente; qualsiasi finanziamento dall’estero sarebbe stato bloccato; TikTok non avrebbe potuto utilizzare dati sensibili per mostrare contenuti politici agli utenti; gli influencer coinvolti in campagne coordinate sarebbero stati inclusi nel perimetro delle attività pubblicitarie politiche anche indirette, obbligandoli a dichiarare la natura sponsorizzata dei messaggi diffusi; anche i messaggi apparentemente neutrali, ma mirati a influenzare l’elettorato su questioni di rilevanza politica, sarebbero stati etichettati e sottoposti a trasparenza; altre campagne politiche online, come il Programmatic advertising, sarebbero state soggette a obblighi di trasparenza. Inoltre il Regolamento prevede un archivio europeo per le pubblicità politiche online, accessibile a cittadini, autorità e ricercatori, che conserverà i dati relativi alle campagne per sette anni.
Questi strumenti normativi segnano una svolta cruciale nella protezione della democrazia digitale. La combinazione tra DSA e Regolamento sulla pubblicità politica fornisce agli Stati membri e alle autorità di supervisione gli strumenti necessari per prevenire abusi, interferenze straniere e campagne manipolative. Quello in Romania è stato soltanto l’ultimo di tanti campanelli d’allarme. La Ue non può permettersi di sottovalutare l’impatto della disinformazione e della manipolazione algoritmica sui processi elettorali. Con l’applicazione di queste nuove norme, possiamo costruire un ecosistema digitale più trasparente, equo e sicuro, dove i diritti fondamentali dei cittadini europei siano tutelati e dove la democrazia sia realmente al servizio dei popoli.
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