Il racconto
Delitto di Garlasco, un supertestimone smonta l’alibi di Sempio: “Lo scontrino del parcheggio non è suo”
“Quello scontrino non è di Andrea Sempio”. Un supertestimone si dichiara pronto a far luce sul caso del ticket del parcheggio ritrovato nella macchina del 36 enne, la famosa prova di un’ora di sosta della sua Daewoo bianca in piazza Sant’Ambrogio (Vigevano) a partire dalle ore 10:18 di quel 13 agosto 2007, giorno in cui fu assassinata Chiara Poggi. Un oggetto che potrebbe condizionare l’esito del secondo filone delle indagini, riaperto alcuni mesi fa, che vede Sempio come unico indagato e come ultimo colpo di scena le sorprendenti dichiarazioni rese nelle scorse ore contro l’amico del fratello della giovane.
Delitto di Garlasco, un supertestimone smonta l’alibi di Sempio
L’ignoto ha fornito la sua versione ai carabinieri, smontando l’alibi della difesa, dichiarando che il tagliando – che non presenta l’indicazione della targa dell’auto – non può essere ricondotto all’indagato e nemmeno ai suoi familiari. Per ora non sono trapelate ulteriori informazioni sulle prove fornite a riguardo e sulla versione dell’ipotetico scambio di biglietto, che potrebbe risultare decisiva per l’alibi di Sempio, che all’epoca dei fatti venne ascoltato dagli inquirenti in due circostanze: prima il 18 agosto – cinque giorni dopo il delitto – e poi il 4 ottobre 2008. Proprio in quest’ultima occasione, il ragazzo fornì la prova oggetto di discussione.
Delitto di Garlasco, il contesto del ritrovamento dello scontrino
Soltanto pochi giorni fa la madre di Sempio, Daniela Ferrari, aveva ricordato alla Rai il contesto del ritrovamento dello scontrino: “Fu mio marito a prelevarlo dalla macchine dopo qualche giorno, io ho detto ad Andrea di tenerlo perché so bene, in base alla mia esperienza e ai miei lavori passati, che si può finire in carcere per un errore giudiziario, e ho dunque pensato che fosse utile conservarlo”. Lo scontrino fu presentato in un momento successivo, nel 2008, proprio come prova della sua assenza a Garlasco. Sempio ha sempre sostenuto di essersi recato a Vigevano quella mattina per per entrare in una libreria di piazza Ducale.
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