Una lettera inviata a tutti i parlamentari in possesso di PhD, il dottorato di ricerca, per stimolare la politica nazionale ad investire sui propri talenti, sfruttando anche i tanti miliardi a disposizione col Pnrr, il Piano di nazionale di ripresa e resilienza, e contrastare così la “fuga di cervelli” all’estero.

È la “mission” della SIDRI, la Società Italiana del Dottorato di Ricerca guidata dal presidente Antonio de Lucia, associazione no profit che ha lo scopo di promuovere e valorizzare il dottorato di ricerca quale più elevato livello di istruzione e formazione previsto dal nostro ordinamento giuridico.

Dottori di ricerca che, scrive de Lucia nella lettera indirizzata ai parlamentari, “possono essere determinanti nell’incrementare competitività e produttività delle aziende pubbliche o private e migliorare l’efficienza del sistema pubblico di istruzione e ricerca”.

La SIDRI propone dunque ai parlamentari di “stimolare l’introduzione di specifiche disposizioni normative atte ad imprimere un’efficacia giuridica vincolante al titolo di dottore di ricerca”. Anche perché allo stato attuale non esiste una legge in Italia che recepisca e valorizzi le competenze dei dottori di ricerca e che ne regolamenti il loro accesso in questo ambito.

Una delle grandi contraddizioni che ricorda de Lucia nella sua lettera ai parlamentari riguarda il mancato accesso di una figura altamente specializzata come il dottore di ricerca all’istituzione educativa “e a volte non sono nemmeno riconosciute nella validità del titolo Ministeriale, rispetto ai neolaureati, né ai concorsi per i ruoli di personale docente della scuola secondaria di primo e secondo grado né al conferimento delle supplenze ai fini dell’inserimento nelle graduatorie provinciali per le supplenze e delle graduatorie di istituto del personale docente”.

Il presidente del SIDRI fa riferimento addirittura a membri del Consiglio nazionale della stessa società che presiede che hanno ricoperto anche le cariche di membri di valutazione accademica e sono stati formatori dell’attuale corpo docente di molte scuole, salvo poi essere “beffati” nell’accesso all’istituzione educativa.

Grazie anche ai 30 miliardi di fondi del Pnrr destinati a ricerca e sviluppo, de Lucia chiede ai partiti di cooperare per definire un piano di rilancio pluriennale del mondo dell’università e della ricerca.

Plurimi gli obiettivi della Società Italiana del Dottorato di Ricerca: “Promuovere la conoscenza e incentivare la diffusione delle attività e dei risultati della ricerca; incentivare la ricerca pubblica e valorizzare i ricercatori nell’ambito dello Spazio europeo della ricerca; sostenere le attività di ricerca pubblica di base e strategica supportando le strutture ministeriali nella definizione delle iniziative a favore dei ricercatori, a valere su fondi pubblici e privati nazionali, comunitari e internazionali, nonché nella programmazione di bandi, procedure di monitoraggio, selezione, attribuzione ed erogazione delle risorse; supportare la gestione dell’Anagrafe nazionale delle ricerche, con particolare riferimento alla raccolta, valorizzazione e diffusione dei risultati e degli effetti degli interventi e delle ricerche finanziate”.

SIDRI inoltre chiede alla politica di potenziare l’utilizzo dei l’utilizzo dei dottori di ricerca nelle pubbliche amministrazioni, “anche a mente del fatto che ai percorsi di dottorato, a differenza di tutte le altre formazioni universitarie, si accede per concorso pubblico. Questo è un aspetto centrale e dirimente, eppure nonostante l’indiscutibile valore aggiunto dato dall’aver superato una selezione pubblica e il successivo triennio di alta formazione universitaria, il Dottore di ricerca non è al momento sufficientemente valorizzato nelle PA italiane”.

Redazione

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