È morto fratel Biagio Conte, addio al missionario laico della Missione Speranza e Carità

Foto da Facebook (Missione di Speranza e Carità)

Biagio Conte aveva fondato nel 1993 la Missione Speranza e Carità: per i poveri, gli emarginati, gli ultimi, i più sfortunati. Fratel Biagio lo chiamavano: era nato ricco e si era spogliato di tutto, missionario laico ma fortemente religioso, conosciuto in tutta Italia, capace di farsi ascoltare anche da autorità e istituzioni con i suoi scioperi della fame e proteste. È morto questa mattina a Palermo, a 59 anni, circondato dai volontari e dagli ospiti della comunità che aveva costruito. Era malato da tempo. A piangerlo anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Era nato il 16 settembre 1963 da una ricca famiglia di costruttori edili. Aveva abbandonato la scuola a 16 anni per cominciare a lavorare nell’impresa. Era cresciuto in un esclusivo collegio privato in Svizzera e poi in uno di Palermo. Dopo una crisi spirituale decise nel 1983 di trasferirsi a Firenze, per fare lo scultore o il pittore. Poi nel 1990 cominciò a vivere da eremita nell’entroterra siciliano. La famiglia aveva cominciato a lanciare appelli alla trasmissione Chi l’ha visto?: si pensava a una scomparsa o a un incidente. E invece lui stesso aveva rassicurato tutti, stava raggiungendo Assisi in un pellegrinaggio a piedi. Per sposare la dottrina di San Francesco.

Sarebbe rimasto a Palermo, invece di partire per l’Africa come aveva progettato. A convincerlo la condizione di disagio e povertà nella quale versava la città a inizio anni Novanta. Fratel Biagio indossò il saio, prese il bastone e fondò la sua comunità: un progetto passato attraverso l’ambiziosa costruzione delle tre “Città della gioia”: oltre alla “Missione di Speranza e Carità” di via Archirafi, negli anni nascono anche “La Cittadella del povero e della speranza” nell’ex caserma di via Decollati e “La Casa di Accoglienza femminile” in via Garibaldi nei pressi della Magione, dedicata a donne e mamme con bambini. Cominciò tutto nell’ex disinfettatoio comunale per la quarantena dei militari malati, abbandonato da trent’anni. Lo ottenne dopo tredici giorni di sciopero della fame.

Posto per mille persone, pasti caldi, assistenza medica, vestiti. Per tossici, poveri, prostitute, ragazze madri, poveri, bisognosi di ogni tipo. Una realtà finanziata dal lavoro e dalle donazioni della comunità. Stretto il suo rapporto con la Chiesa cattolica. Aveva incontrato il Papa Benedetto XVI nell’ottobre 2010 a Palermo e Papa Francesco nel 2018, quando il Pontefice volle pranzare nella missione di fratel Biagio. I suoi ultimi appelli contro la guerra in Ucraina, l’invio di armi, il sostegno alle famiglie per i rincari delle bollette.

Si parlò di “fatto prodigioso” quando dopo un bagno nella vasca di Lourdes in pellegrinaggio tornò ad alzarsi in piedi dopo che da tempo era costretto alla sedia a rotelle a causa di uno schiacciamento di alcune vertebre. Da due anni aveva scoperto di avere un cancro al colon. Si era sottoposto alla chemioterapia ma non aveva mai smesso di dedicarsi ai più bisognosi. Le sue condizioni si erano aggravate inevitabilmente negli ultimi giorni del 2022. “Restiamo uniti per un mondo migliore perché insieme possiamo farcela: non muri ma ponti”, uno dei suoi ultimi pensieri.

“Ho appreso con profondo dolore la triste notizia della morte di Fratel Biagio – scrive in una nota il presidente della Repubblica Sergio Mattarella – punto di riferimento, non soltanto a Palermo, per chi crede nei valori della solidarietà e della dignità della persona, che ha testimoniato concretamente, in maniera coinvolgente ed eroica. Il rimpianto e la riconoscenza nei confronti di Biagio Conte vanno espressi consolidando e sviluppando anche in futuro le sue iniziative affinché il ricordo della sua figura sia concreto e reale, così come è stato il suo esempio”. Per il sindaco di Palermo Roberto Lagalla la scomparsa di fratel Biagio “lascia un vuoto incolmabile” nella città.

La Missione di Speranza e Carità ha salutato il suo fondatore con un Salmo pubblicato sui canali social.