Elezioni Spagna, laboratori e feudi: ii due casi-simbolo della Comunità valenciana

La Comunità valenciana può rappresentare, in vista delle prossime elezioni generali di Spagna, un interessante laboratorio politico. Dal punto vista regionale, l’alleanza di governo tra il Partito popolare e il partito di estrema destra Vox sembra indicare la strada per il prossimo esecutivo che uscirà dalle urne di domenica. Con i sondaggi che danno il Pp in vantaggio sui socialisti e Vox di Santiago Abascal in lotta per il terzo posto, è possibile che il centrodestra debba governare unito. E le esperienze di governo nelle comunità autonome possono essere un indicatore fondamentale per comprendere se e quanto possa durare l’alleanza tra un partito della famiglia del Ppe e un altro appartenente ai Conservatori europei e accusato di essere post-franchista.

Oltre a questo laboratorio regionale, la Comunità aiuta anche a comprendere alcune dinamiche del voto, diventando una (pur parziale) lente da cui leggere certe dinamiche. Da un lato, l’ascesa di Vox ha un esempio, Nàquera, piccolo comune a nord di Valencia diventato famoso per essere uno dei primi ad avere un sindaco del partito di Abascal. Da sempre caratterizzato da un voto conservatore, il paese – di qualche migliaio di anime – alle ultime elezioni ha deciso di dare fiducia a un nuovo sindaco di destra radicale. In tanti si sono chiesti perché Vox abbia vinto qui, al confine della Serra Calderona, il grande parco della Comunità valenciana. Un paese che si mostra silenzioso, quasi vuoto, in larga parte popolato da persone avanti con l’età, e in cui probabilmente molti residenti lavorano altrove.

Molti osservatori, come ha scritto El Pais, puntano sul fatto che i cittadini siano parte della borghesia valenciana trasferita nel corso degli anni. Conservatori e interessati ai problemi di “periferie” fatte di casette e ville, in tanti hanno sposato la linea del nuovo sindaco, che ha poi rilanciato la difesa della caccia e delle tradizioni. Qualcun altro suggerisce che chi vive nei quartieri esterni del comune sia militare o lavori per la vicina base, suggerendo un legame ideologico tra destra e forze armate.
Nàquera, piccola e sconosciuta ai più, è diventata famosa anche per il primo gesto del nuovo sindaco: il divieto delle bandiere arcobaleno negli edifici pubblici.

Una decisione sorprendente in una Spagna dove pure il Partito popolare ha da tempo fatto propria la difesa dei diritti Lgbt. E le opposizioni hanno risposto esponendo le bandiere arcobaleno sui balconi, ben visibili al fianco di quella spagnole.

Se questa è Nàquera, più vicino a Valencia l’esempio opposto è rappresentato da chi – nei sobborghi della città – non si è mai discostato dalla fiducia al Partito socialista. Uno di questi esempi è il comune di Quart de Poblet, che dal ritorno della democrazia in Spagna ha sempre votato il Psoe, oggi guidato dal primo ministro Pedro Sanchez. Questo comune, un grande sobborgo collegato alla città dalla metropolitana e vicino all’aeroporto, è considerato – insieme a tanti altri centri urbani vicino ai capoluoghi delle comunità – uno degli esempi degli storici feudi socialisti.

Quartieri legati all’industria, distanti dai vecchi centri urbani da cui spesso erano visti con distacco, molto popolosi, e che per anni sono stati ritenute le “cinture rosse” intorno alle città più importanti, spesso oggetto di progetti inclusivi e frutto dell’agenda della sinistra. Un discorso che vale anche in altri comuni a ridosso delle grandi città, e che ricorda il ruolo del Psoe nelle periferie delle metropoli.