Secondo l’Istat nel 2021 il fenomeno dei Neet, giovani che non studiano e non lavorano, riguardava il 23,1 per cento dei ragazzi tra i 15 e i 29 anni. Ecco perché l’intreccio tra giovani, formazione e lavoro diventa sempre più strategico. Quali sono le competenze effettivamente disponibili sul mercato? Qual è il reale fabbisogno di chi fa impresa?
Il 13 ottobre scorso a Villa Blanc a Roma, l’incontro tra gli Amministratori delegati di alcune delle principali aziende operative nel nostro Paese ha cercato di rispondere a queste domande. Tra gli altri presenti Matteo Del Fante di Poste Italiane, Luigi Ferraris di Ferrovie dello Stato, Pierroberto Folgiero di Fincantieri, Elena Goitini di Bnl, Pietro Labriola di Tim, Roberto Tomasi di Autostrade per l’Italia. Obiettivo comune: fare sistema tra aziende, mondo accademico e scuole, per creare, anche attraverso gli investimenti previsti nei prossimi anni, le competenze oggi necessarie allo sviluppo del Paese e colmare il gap di figure professionali nei settori tecnici.
“Abbiamo bisogno di 350mila profili tecnici, dagli esperti di rinnovabili ai carpentieri che oggi sono introvabili”, spiega Luigi Ferraris, Ad di Ferrovie dello Stato. Per colmare questo gap, è necessario invogliare e sensibilizzare i giovani ad intraprendere carriere tecniche fin dalle scuole medie: “Come gruppo Fs siamo molto impegnati su questo tema, il nostro Piano Industriale decennale è utile anche per capire cosa stiamo facendo e quale contributo possiamo dare al Paese”. Secondo Ferraris, “in Italia abbiamo bisogno di infrastrutture e le infrastrutture si possono tirare dietro nello sviluppo gli altri settori, come le costruzioni che sono in sofferenza, e il manifatturiero”. Per l’amministratore delegato di Fs è necessario “riaccendere la passione del lavoro tra giovani e far venire questi ragazzi in ufficio a studiare. Dobbiamo far capire ai nostri ragazzi che le professionalità tecniche non sono soluzioni di serie B. Sono mestieri che vanno valorizzati e raccontati bene”.
Per raggiungere l’obiettivo, il piano industriale del gruppo Fs prevede investimenti nei prossimi 10 anni, con 40 mila assunzioni. “Oggi non dobbiamo guardare ai nostri Piani industriali solo sotto l’aspetto finanziario – spiega Ferraris – ma dobbiamo sfruttare questo tempo per capitalizzare le competenze. Abbiamo l’opportunità, l’orgoglio e la responsabilità di poter definire e identificare quali sono le professionalità di cui abbiamo bisogno e con gli investimenti che abbiamo previsto di rafforzare le filiere, affinché siano realmente di collegamento tra le aziende e gli istituti tecnici”.
Il meeting degli amministratori delegati è stato anche l’occasione per la presentazione del progetto Distretto Italia del Consorzio Elis che raccoglie in un rapporto stabile di collaborazione oltre 100 grandi gruppi, piccole e medie imprese, start-up e università, al fine di garantire il supporto del mondo economico, produttivo e della ricerca. Distretto Italia ha l’obiettivo di orientare, formare, creare occupazione. Proprio ripartendo dalle professioni tecniche.
