In un contesto geopolitico ancora molto instabile, quale ruolo continua a giocare il gas per la sicurezza energetica del nostro Paese e dell’Europa?
«Il gas naturale è ancora oggi una risorsa essenziale per la sicurezza del sistema energetico nazionale ed europeo. I primi mesi del 2025, rispetto al 2024, hanno visto un incremento dei consumi di gas sia in Italia che in Europa, per effetto del clima rigido ma anche della riduzione del contributo di eolico e idro per la generazione elettrica. Ciò conferma l’importanza del gas come fonte energetica capace di compensare l’intermittenza delle fonti rinnovabili. Assetto che vedremo con ogni probabilità anche nei prossimi anni, in un contesto caratterizzato da una maggiore penetrazione delle fonti rinnovabili e da una variabilità climatica significativa che influenza sia la domanda che l’offerta di energia».
Gli accordi con gli Stati Uniti sul GNL rappresentano una risposta contingente o possono essere una soluzione stabile a lungo termine?
«Il maggiore ricorso al GNL è stato strategico per gestire la situazione emergenziale, diversificare le forniture e ridurre la dipendenza da quelle russe. Lo scorso anno il GNL ha rappresentato oltre il 40% del gas che è arrivato in Europa, con un’esposizione di rilievo verso gli acquisti spot che sono sensibili alla volatilità dei mercati globali e alla concorrenza, soprattutto asiatica. Le prospettive future vedono lo sviluppo di nuova capacità di produzione di gas che dovrebbe garantire, a livello globale, un equilibrio più stabile tra domanda e offerta, con benefici attesi anche sulle dinamiche di prezzo, ma è importante favorire la stipula di nuovi contratti di lungo termine».
Nel percorso verso l’elettrificazione dei consumi, quali settori continueranno ad aver bisogno del gas nei prossimi decenni, e perché?
«L’elettrificazione è sicuramente un’opzione rilevante per la transizione ecologica, ma non può essere l’unica. Lo studio svolto da BIP Consulting sulle prospettive di decarbonizzazione del settore residenziale in Italia, per esempio, ha evidenziato limitate prospettive di penetrazione delle pompe di calore elettriche, in considerazione delle caratteristiche architettoniche del nostro parco abitativo e della situazione socio-economica della popolazione italiana. Nel settore industriale non tutti i processi produttivi sono elettrificabili. Nel settore della generazione elettrica, il gas è a oggi la risorsa programmabile che garantisce la stabilità della produzione e contribuisce a rendere più resilienti i sistemi elettrici a fronte della maggiore penetrazione delle fonti rinnovabili, anche grazie all’inerzia delle masse rotanti rappresentate dalle proprie turbine, capaci di resistere ai cambiamenti improvvisi di frequenza in caso di squilibri tra generazione e carico. Per questo il gas in Italia continuerà a essere un riferimento nei settori in cui oggi trova impiego».
In che modo Proxigas sta accompagnando le imprese associate nel bilanciare competitività, sostenibilità e sicurezza?
«Proxigas accompagna un’industria del gas impegnata ad innovarsi per contribuire alla transizione ecologica. La riduzione delle emissioni fuggitive di metano, l’integrazione di gas rinnovabili nelle reti esistenti, lo sviluppo della CCS sono alcuni esempi di attività virtuose con cui la nostra industria sta affrontando la sfida della decarbonizzazione, valorizzando anche il patrimonio infrastrutturale di cui già disponiamo per garantirne una sostenibilità economica».
Guardando al futuro, quale dovrebbe essere la strategia energetica dell’Italia per valorizzare il gas senza perdere di vista gli obiettivi climatici?
«La crisi degli ultimi anni ha evidenziato che, per garantire la copertura stabile della domanda di energia, è necessario un mix di fonti diversificato in cui il gas continuerà a svolgere un ruolo importante. Per questo è necessario che la strategia energetica dell’Italia riconosca questo ruolo e individui politiche efficaci per garantire al nostro Paese, anche nel lungo termine, forniture di gas sicure, convenienti e sempre più sostenibili».
