Gas russo in rubli, Eni avvia la procedura per il doppio conto ma l’Europa frena: “Viola le sanzioni”

Il gasdotto Nord Stream 2

Aprire un ‘secondo conto’ in rubli presso Gazprombank per acquistare il gas russo nella valuta di Mosca apre uno scontro tra Unione Europea ed Eni. Il gigante italiano dell’energia oggi ha infatti comunicato l’avvio della procedura di apertura di un doppio conto in euro e rubli nella banca russa, ma “senza accettazione di modifiche unilaterali dei contratti in essere”. Una scelta, spiega la società in una nota, “condivisa con le istituzioni italiane”.

La decisione – spiega infatti l’Eni – è stata presa nel rispetto del quadro sanzionatorio internazionale e nel contesto di un confronto in corso con Gazprom Export“.

Il gruppo italiano guidato da Claudio Descalzi “in assenza di future risposte complete, esaustive e contrattualmente fondate da parte di Gazprom Export, avvierà un arbitrato internazionale sulla base della legge svedese (come previsto dai contratti in essere) per dirimere i dubbi rispetto alle modifiche contrattuali richieste dalla nuova procedura di pagamento e alla corretta allocazione di costi e rischi“.

Una mossa che non è piaciuta a Bruxelles, con l’Unione Europea che ha aperto ad una possibile procedura d’infrazione perché l’apertura del ‘secondo conto’ presso Gazprombank “va al di là di quello che abbiamo detto che è permesso nel quadro degli orientamenti che abbiamo dato agli Stati membri”.

Per il portavoce della Commissione europea, Eric Mamer, la questione “è molto semplice”. “Ciò che non è nelle linee guida per il pagamento del gas russo non è autorizzato – ha detto rispondendo a una domanda nell’incontro quotidiano con la stampa – Tutto quello che va al di là di aprire un conto nella valuta prevista dal contratto, fare un pagamento in quella valuta e fare una dichiarazione in cui si dice che il pagamento in quella valuta chiude il pagamento per la fornitura di gas in questione, viola le sanzioni. È tutto quello che possiamo dire su questa materia: le nostre posizioni non sono cambiate per nulla in queste ultime settimane”.

Si entra dunque in una posizione di stallo e di possibile scontro politico-istituzionale, mentre all’orizzonte si avvicina la fine di maggio e con essa la ‘deadline’ per molti dei pagamenti dovuti dagli importatori europei per il prezioso gas russo.

Ma come Eni anche la compagnia francese Engie ha dichiarato di aver raggiunto un accordo con Gazprom sulle modalità di pagamento delle consegne di gas dalla Russia. A scriverlo è l’agenzia Reuters, mentre la società in una nota ha spiegato di aver preso misure necessarie per essere pronta a eseguire i suoi obblighi di pagamento affinché siano conformi al quadro delle sanzioni europee e non modifichino l’equilibrio dei rischi” per l’azienda.