Giornalista espulsa dalla Flotilla perché “non allineata”, la censura dei ‘liberatori’ di Gaza: “Invitata e cacciata perché ‘il tuo giornale ci ricopre di merda’”

La flotta italiana della Global Sumud Flotilla parte dal porto di Siracusa, Italia - 11 settembre 2025 Cronaca (foto Sebastiano Diamante/Lapresse) The Italian fleet of the Global Sumud Flotilla departs from the port of Syracuse, South Italy - September 11, 2025 News (photo by Sebastiano Diamante/Lapresse)

Espulsa perché “non allineata”, perché avrebbe rivelato “informazioni sensibili”, perché “sei pericolosa, il tuo giornale ci ricopre ogni giorno di merda”. Espulsa dopo essere stata invitata a seguire l’avventura della Global Samud Flotilla diretta a Gaza, la cui spedizione italiana è salpata da Gaza nei giorni scorsi. E’ la denuncia di Francesca Del Vecchio, giornalista de La Stampa, dopo quanto vissuto al seguito dei libertadores della Striscia. Cacciata dagli attivisti pro-Pal, capaci di litigare anche con un giornale più che mai sensibile alla causa in questione.

Scrive Francesca Del Vecchio che “’giornalista pericolosa’ è un’etichetta “che non pensavo mi si potesse attribuire, quando ho accettato di raccontare l’avventura della Global Sumud Flotilla verso Gaza. Ma è ciò che è successo e che ha comportato la mia espulsione dalla missione”.

Del Vecchio: perquisita, costretta a consegnare cellulare

Del Vecchio ha raccontato nel suo articolo di esser stata invitata a partecipare alla spedizione da un attivista. Sul giornale è stata inaugurata una rubrica quotidiana, “un diario di bordo che comincia dalle attività di preparazione”. Ha raccontato di esser stata perquisita per motivi di sicurezza, di aver dovuto consegnare il cellulare, di aver partecipato alla simulazione di abbordaggio e di arresto. Omette – “perché non avrebbe aggiunto nulla” – che gli stessi organizzatori avrebbero chiesto agli operatori media presenti di cancellare eventuali video di un attivista sorpreso “con un sacchetto di McDonald’s.

Nei giorni successivi Del Vecchio diventa ufficialmente ospite non gradita. Scrive: “Nessuno vuole o può parlare, nessuno può avvicinarsi alle imbarcazioni, nemmeno accompagnato. La sfiducia è palpabile”.

“Uno strappo che non si ricuce più”

“La mia presenza – aggiunge – viene messa in discussione: me ne accorgo perché vengo rimossa dalle chat di gruppo” fino a quando un membro del direttivo comunica alla giornalista l’espulsione per aver rivelato “informazioni sensibili” che avrebbero minacciato la sicurezza della missione. Uno strappo che non si ricuce più. “Mi restituiscono il passaporto – ritirato, come farebbe un organi di polizia -, mi cacciano letteralmente fuori dal porto, informandomi che non avrei potuto prendere l’autobus di ritorno insieme con gli altri”. Anche se “per me resta chiaro che quanto è successo non scalfisce la bontà della missione, l’intento umanitario”.

Sulla vicenda è intervenuto anche il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani che su X scrive: “Ricordo le mie giornate da inviato nelle zone di guerra. Un lavoro appassionante, ma non facile quello del giornalista in teatri ostili. Ma sempre con la voglia di raccontare la verità che vedevo con i miei occhi. Per questo comprendo l’amarezza di Francesca Del Vecchio, la giornalista cacciata dalla Flotilla a cui do la mia solidarietà. Si è trattato di un brutto episodio di censura che viola il principio della libertà di stampa, elemento cardine del nostro sistema democratico”.

“Il voler raccontare questa iniziativa spontanea, alla quale partecipano 58 cittadini italiani, è una nobile e coraggiosa scelta professionale – sottolinea il segretario di FI –. Cacciare una giornalista dalla Flotilla è una scelta in contrasto con la natura stessa dell’iniziativa. Non si può essere in favore della libertà, della democrazia e del pluralismo solo quando fa comodo”. “Diceva Voltaire: ‘Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo’. Parole che devono far riflettere tutti coloro che credono nel pensiero unico e che cercano di tappare la bocca o di chiudere il computer a chi la pensa diversamente. Viva la Libertà!”, conclude il titolare della Farnesina.