Un colpo di pistola alla tempia, mentre era seduto in auto. Una specie di esecuzione per un caso che al momento assume i contorni del giallo. Massimo Melis, 52enne torinese, soccorritore di ambulanze e un passato lontano da sospetti e ombre, è stato freddato con un colpo di pistola in Barriera di Milano, a Torino. Aveva appena accompagnato a casa un’amica, Patrizia, nella notte tra domenica e lunedì scorsi. Il cadavere è stato scoperto ieri, nel primo pomeriggio, intorno alle 14:30, da un passante. Sul caso indaga la Squadra mobile della Questura.

L’omicidio a via Gottardo, periferia Nord, nei pressi dell’ospedale San Giovanni Bosco. Patrizia lavora al bar di via Gottardo con i suoi familiari. L’uomo era andata a prenderla all’uscita e quindi l’aveva riaccompagnata a casa, a poche centinaia di metri di distanza dal ritrovamento del cadavere. Melis era era uno storico operatore della Croce Verde. Aveva regolarmente parcheggiato l’auto, una Fiat Panda Blu. Si era acceso una sigaretta nell’abitacolo ma non avrebbe avuto neanche il tempo di abbassare il finestrino: qualcuno avrebbe aperto la porta e fatto fuoco. Un solo proiettile, dall’alto verso il basso, a bruciapelo, di grosso calibro, esploso presumibilmente da un revolver. La pallottola ha trapassato il cranio. Una specie di esecuzione, come se fosse stato giustiziato.

Sul posto sono intervenuti gli agenti della Squadra Mobile coordinati dal dirigente Luigi Mitola. Ascoltata la fidanzata. Il movente è ancora un mistero. La vittima era incensurata, viveva con la madre Rosaria, pensionata, nello stesso quartiere di Barriera, dove ruotava più o meno tutta la sua vita. Disposta l’autopsia. Non si hanno notizie finora di immagini di telecamere di sorveglianza in zona. La scientifica sta analizzando l’abitacolo e l’esterno dell’automobile per eventuali tracce del killer.

“Massimo era davvero una persona speciale, sempre disponibile – hanno raccontato a Il Corriere della Sera i colleghi della Croce Verde – Era una colonna portante e lavorava con noi da tanti anni. Era un autista del soccorso e credeva davvero a quello faceva, con grande passione. Siamo sconvolti, una cosa del genere nessuno la poteva immaginare”. Gli inquirenti non escludono alcuna pista anche se al momento quella della rapina viene considerata piuttosto improbabile, anche perché in auto non mancavano né cellulare né il portafogli.

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Giornalista. Ha studiato Scienze della Comunicazione. Specializzazione in editoria. Scrive principalmente di cronaca, spettacoli e sport occasionalmente. Appassionato di televisione e teatro.