Gli anziani comandano il mondo e godono di privilegi che gli altri possono solo sognare: Macron e Meloni giovani eccezioni alla gerontocrazia

LA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO GIORGIA MELONI, EMMANUEL MACRON PRESIDENTE REPUBBLICA FRANCESE

Giorgia Meloni ed Emmanuel Macron sono due eccezioni. Forse li accomuna solo l’età (entrambi classe 1977), ma sono una rarità. Entrambi sotto la soglia dei 50 anni. Leader giovani nel Vecchio Continente, ma soprattutto in un mondo di presidenti molto in là con gli anni. Qualche giorno fa il “Financial Times” ha fatto un esame impietoso della gerontocrazia del pianeta, mettendo in fila il quasi ottantenne Donald Trump, gli ultrasettantenni Xi Jinping e Vladimir Putin, Benjamin Netanyahu, Narendra Modi, Recep Erdoğan: attraversando tutto il globo i leader sono tutti anziani, dal Sudafrica al Brasile, dalla Nigeria all’Indonesia fino all’Iran.

Paradossalmente il Vecchio Continente se la passa un po’ meglio, ma tolte le due eccezioni di Italia (dove peraltro abbiamo un Presidente della Repubblica ultraottantenne) e Francia, siamo rappresentati da ultrasessantenni (da Ursula von der Leyen a Keir Starmer, fino al settantenne Merz). Nei giorni successivi al Giubileo dei giovani, l’analisi dell’autorevole quotidiano inglese assume un ulteriore significato. Papa Leone XIV ha sottolineato l’importanza del rinnovamento costante, della sete bruciante della gioventù. Poi ci guardiamo in casa, in ciascuna casa del mondo, e vediamo solo anziani che comandano e decidono.

“Il problema con i leader in età avanzata non è la loro salute — scriveva il Financial Times — ma gli incentivi che li muovono. Oltre a non avere molto tempo per lasciare il segno, non avranno decenni di pensionamento durante i quali pagare legalmente o in termini di reputazione per eventuali disastri compiuti mentre erano in carica. Dobbiamo abituarci, se non a un paradosso, almeno a una sorpresa. L’età, che “dovrebbe” instillare cautela e moderazione, spesso invece infonde coraggio”. E in qualche caso anche spregiudicatezza: gli esempi sono numerosi e ben (o mal) distribuiti. In ogni caso, il mondo sta vivendo una lezione sugli effetti perversi dell’età. “Per spiegare il disordine del mondo moderno, è certamente più corretto dal punto di vista intellettuale citare tendenze economiche e grandi forze storiche. Ma forse una parte della storia è che qualche vecchio uomo potente sta cercando disperatamente di lasciare un’eredità prima che finisca il tempo”, scrive sempre il quotidiano inglese.

Le parole del Papa ai giovani sono belle, ma poi si scontrano con una realtà che pare diversa dagli auspici formulati. La sete di futuro e di vita dei giovani – ha detto Leone XIV – suggerisce di fare di questo desiderio “uno sgabello su cui salire per affacciarci, come bambini, in punta di piedi, alla finestra dell’incontro”. L’incontro con Dio forse andrà bene, ma quello con il mondo è carico di contraddizioni. Quando i giovani italiani si affacciano al nostro mondo – ma forse è così anche in tanti altri Paesi gerontocratizzati – trovano solidi privilegi assicurati ai meno giovani, agli “ex”, agli “emeriti”, ai “past” che restano solidamente agganciati ai luoghi del potere; che siano “ex presidenti” o “giudici emeriti”, hai voglia ad affacciarti alla finestra dei nuovi incontri, ritrovi sempre il passato che resta saldamente presente ma nelle mani degli altri!

E non è solo una questione di età anagrafica: non basta essere vecchi per godere dei vantaggi acquisiti, basta essere entrati nella stanza dei bottoni, anche per poco tempo, per poterne coltivare i vantaggi inalienabili: la scorta ineliminabile, un ufficio a vita nei palazzi che contano, un emolumento assicurato. Non mancano gli esempi in Italia, li omettiamo per carità di Patria. Il potere non ha età? In qualche modo è così. Ma è sempre vecchio, anche se lo esercita un giovane che non intende spogliarsi dei privilegi conferiti alla celebrazione del “cursus honorum”.
E dove il potere è quello vero – quello di una stanza dei bottoni, dove i bottoni accendono missili e portaerei – c’è da stupirsi che resti stabilmente nelle mani di chi ormai non ha più nulla da perdere, come un anziano? Speriamo che la profezia dei giovani del Giubileo possa smentire la fosca previsione del Financial Times sull’inamovibilità della gerontocrazia nei Paesi che “contano”: “Se così fosse, ne conseguirebbe che le cose peggioreranno, giorno dopo giorno”.