Torniamo a essere gente che si spende, si espone, rischia
Gli italiani migliori: Mattia Aguzzi a Torino e il papà del ragazzo fuggito senza pagare il conto in un ristorante di Malta
Due storie di bellezza e speranza: quella di Mattia, che eroicamente ha salvato la vita a una bambina caduta dal quinto piano di un palazzo a Torino, e quella del padre siciliano di un ragazzo fuggito senza saldare il conto in un ristorante maltese, che si è offerto di pagare e di mandare lì il figlio a lavorare gratis come cameriere.
La speranza di una nazione che viene raccontata solo per le sciocchezze che quattro deficienti combinano in giro, o per gli orrori che alcuni ragazzetti criminali da prendere a calci nel sedere finché non si raddrizzano, pensano bene di infliggere a donne e deboli, ha invece due nomi e due bellissimi volti, questa settimana: Mattia Aguzzi, 37 anni, che a Torino, con un numero da funambolo coraggioso, ha salvato dalla morte una bambina di cinque caduta nel vuoto dal quinto piano, e quello di un padre siciliano (di un ragazzo che credeva fosse fico andarsene senza pagare da un ristorante a Malta) il quale ha riconosciuto il figlio nelle immagini pubblicate online, cercato il ristorante ‘vittima’, pagato il conto, aggiunto una mancia a titolo di scuse per il disturbo, e proposto che suo figlio il prossimo anno vada a fare il cameriere gratis nel posto cui ha causato un danno, facendo per giunta fare a noi italiani una figuraccia.
Un padre del sud che cerca di educare il figlio un po’ scemo (per quanto, ragazzate simili le abbiamo fatte tutti, come ha giustamente fatto notare il proprietario del ristorante derubato), aspirazione cui sembra aver abdicato più di un genitore, in Italia, e un giovane del nord che non solo ha scelto di rischiare per compiere un gesto fantastico e decisivo, ma è anche andato a trovare in ospedale la bimba, che solo grazie a lui avrà un futuro anziché un drammatico e troppo breve passato.
Quel padre dimostra che esiste ancora qualche genitore che impugna la decenza e la somministra al figlio, che forse diventerà, complice il miglior deterrente alla stupidità, e cioè la riprovazione sociale di chi lo definisce uno sfigato, un ragazzo migliore e più rispettoso di chi lavora per dargli da mangiare mentre lui è in vacanza a divertirsi con gli amici ma con i soldi di papà. Mattia ha in realtà salvato ben più di una vita, se consideriamo tra i salvati anche genitori e parenti della bambina, cui sarebbe stata rovinata per sempre un’esistenza amputata del bene più prezioso.
Perché scrivo queste righe? Perché non mi rassegno alla deficienza che viene ingenerosamente raccontata come unica caratteristica della nostra società, e spero che qualcuno si possa ispirare a questi che sono gli italiani migliori, quelli da ammirare, uno giovane e l’altro adulto, i quali non si vergognano di mostrare la loro coraggiosa bontà, né eleggono cinismo e indifferenza a unica legge di condotta personale, come in troppi invece ridicolmente fanno. Torniamo a essere gente che si spende, si espone, rischia.
Andrà sicuramente meglio.
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