Mettendo a morte James Coddington il 25 agosto scorso, l’Oklahoma ha effettuato la prima delle 25 esecuzioni dei prossimi due anni. Il Governatore Kevin Stitt, Repubblicano, gli ha negato quella clemenza che lo stesso Pardon and Parole Board dello Stato aveva raccomandato. Invece, nelle sue ultime parole sul lettino dell’esecuzione, Coddington lo ha perdonato. Dopo di lui, la macabra danza della morte ha fissato i passi successivi: le date di esecuzione sono state già decise per altri 24 uomini entro la fine del 2024. Ora ci sono 42 uomini e una donna nel braccio della morte dell’Oklahoma. Se non cambierà nulla ne rimarranno meno della metà. Il Rev. Don Heath, ministro dei Discepoli di Cristo della Edmond Trinity Christian Church e presidente della Coalizione dell’Oklahoma per l’Abolizione della Pena di Morte, era presente come consigliere spirituale di Coddington durante l’esecuzione nel Penitenziario di McAlester. Quella che segue è la sua testimonianza pubblicata sul The Oklahoman il 28 agosto scorso.
Sono stato nella camera della morte con James Coddington negli ultimi 45 minuti della sua vita. Quando sono entrato, era già legato a una barella con le braccia tese, come se fosse su una croce, solo che era sdraiato sulla schiena. Aveva una flebo attaccata al braccio. La sua unica preoccupazione nell’ultima settimana era che il Governatore Kevin Stitt decidesse sulla clemenza. “Vorrei che il Governatore prendesse una decisione… in un senso o nell’altro”. Il 3 agosto, il Pardon and Parole Board aveva raccomandato di commutare la condanna a morte in ergastolo senza possibilità di uscita, ma l’ultima parola spettava al Governatore. Stitt ha preso la sua decisione meno di 24 ore prima dell’esecuzione con un comunicato in cui non ha fornito una ragione per negare la clemenza.
Per i primi 10 o 15 minuti, James ne ha parlato. Non capiva perché Stitt avesse aspettato così a lungo. Era turbato dal fatto che non avesse dato una spiegazione. Era deluso ma accettava il suo destino. Ha detto che era stato punito per aver ucciso il suo amico Albert Hale e lo ha accettato. Pensava però di avere molto di più da dare, di poter aiutare la comunità in carcere, ma se quella era la volontà del Governatore, non poteva farci niente. Ho tenuto per lui una breve funzione religiosa negli ultimi 10 minuti prima dell’inizio dell’esecuzione. Ho detto a James che era un amato figlio di Dio, che ogni uomo nel braccio della morte è un amato figlio di Dio, che il Governatore Stitt è un amato figlio di Dio e che Dio perdona i suoi peccati. Ho pronunciato le parole che i ministri dicono sulla tomba: “dalla cenere alla cenere, dalla polvere alla polvere”. Ho pregato per lui e gli ho parlato delle persone che lo amano. Quando alle 10 la tendina si è alzata per far vedere la scena ai testimoni, le sue ultime parole sono state di amore per la sua fidanzata e i suoi tre figli, per suo fratello e sua nipote, per il suo avvocato e il suo investigatore, per me, per le altre persone che lo hanno sostenuto.
Una volta partita la procedura letale, gli ho letto le Scritture. Ho iniziato con le Beatitudini. Poi ho letto da Isaia 40 e Geremia 31 le parole sul perdono di Dio dei peccati dei suoi figli. James era stato tranquillo fino a quel punto, poi aveva avuto un’ultima ondata di energia, come a volte hanno i morenti. Ha detto: “Padre, perdona i miei peccati”. Ho detto: “I tuoi peccati sono perdonati nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”. Quelle sono state le sue ultime parole. Ho continuato a leggere la Scrittura e lui ha iniziato a russare. Alle 10:15 Scott Crow, direttore del Dipartimento di correzione dell’Oklahoma, è entrato nella stanza e lo ha dichiarato morto. James è morto da uomo cambiato. È stato un prigioniero modello per 15 anni. L’ho visitato nel braccio della morte per diverse ore nell’ultimo mese. Non l’ho mai visto amareggiato o arrabbiato. Ha ripetutamente riconosciuto il suo crimine e ha espresso rimorso per aver ucciso Albert Hale. Il Pardon and Parole Board lo ha riconosciuto. Il Governatore Stitt no.
Lo Stato dell’Oklahoma ha programmato altre 24 esecuzioni nei prossimi 29 mesi. La mia speranza non sta in questo Governatore o questo Procuratore Generale. Mi pare non siano in grado di avere pietà per i condannati a morte, a meno che non ci sia una motivazione politica. La mia speranza è che il popolo dell’Oklahoma manifesti ripulsa e riconosca che la pena di morte è un omicidio senza senso di una persona indifesa che ha commesso un crimine 25 anni fa. Non penso che i detenuti nel braccio della morte siano il peggio del peggio, sono gli ultimi degli ultimi. Il peggio del peggio sono coloro che usano la macchina statale della morte per uccidere persone inermi. E temo che continueranno su questa strada fino a quando la gente non dirà: “Basta”.
* Cappellano del carcere di McAlester (Oklahoma)
