I macellai di Hamas e quel ‘vizietto’ di costruire ospedali sopra i bunker: nell’ultimo attacco c’era Sinwar jr

Palestinians inspect the site of an Israeli army airstrike on the European hospital in Khan Younis, Gaza Strip, Tuesday, May 13, 2025. The Israeli military said it had carried out a strike targeting what it said was a Hamas "command and control center" located beneath the hospital. (AP Photo/Mariam Dagga)

Nel giro di poche ore le forze di difesa israeliane, l’altro giorno, hanno condotto attacchi nei pressi di due ospedali a Gaza, rispettivamente l’ospedale Europeo e l’ospedale Nasser. Nel primo, al di sotto del quale Hamas aveva costruito un bunker, si sarebbe nascosto – e forse sarebbe stato ucciso – Mohammed Sinwar, fratello e successore di Yahya, eliminato mesi fa mentre si nascondeva in un’abitazione di Rafah. Nel secondo ospedale, con altri terroristi, si nascondeva ed è stato eliminato Hassan Aslih, accompagnatore-reporter al servizio dei macellai del 7 ottobre.

Hamas e l’uso di scuole e ospedali come casematte

Si tratta solo degli ultimi casi di crimini di guerra commessi dai terroristi di Gaza, i quali sistematicamente fanno uso delle strutture protette – scuole, ospedali, moschee, chiese – per adibirle a vere e proprie casematte. Si discuterebbe di crimini di guerra già soltanto se i miliziani palestinesi – come regolarmente fanno – si mischiassero ai civili facendosene scudo ed esponendoli ai pericoli del conflitto. Ma la condotta criminale per cui si distinguono e in cui sono specializzati da 19 mesi a questa parte i macellai di Hamas va ben oltre quel semplice intrupparsi tra i civili, e riguarda appunto l’occupazione e l’uso a fini bellico-terroristici di strutture che il diritto internazionale protegge anche, anzi prima, da quell’uso improprio a fini bellici. Gli inesausti appelli al rispetto della legge di guerra e del diritto umanitario mancano puntualmente di riferirsi a quest’uso senza sosta e indiscriminato delle scuole e degli ospedali da parte dei belligeranti palestinesi.

Scuole e ospedali di cui appunto si parla, semmai, per il fatto che Israele (dopo) li ha colpiti per colpire i terroristi, non per il fatto che questi (prima) vi si sono intrufolati per imbottirli di armi, per organizzare attentati o, come pure è successo, per tenerci gli ostaggi. Un’osservazione equanime farebbe legittimamente le pulci a un’operazione bellica che causa vittime civili in un ospedale soltanto se non trascurasse di denunciare innanzitutto la responsabilità dei criminali che – nascondendovisi e trasformandola nel maneggio della propria guerriglia – inducono la controparte a prendere di mira quella struttura. Ma non succede mai. Contravvenendo al diritto internazionale, i belligeranti palestinesi ambiscono a ottenere – e, per effetto del silenzio della comunità internazionale, ottengono – il doppio risultato della propria impunità e dell’incriminazione di Israele.