Una clamorosa defezione tra le fila russe. Igor Volobuev, vicepresidente di Gazprombank, il braccio finanziario di Gazprom, colosso russo del gas, ha annunciato ufficiale di essere fuggito dalla Russia per rifugiarsi in Ucraina e combattere al fianco delle forze armate di Kiev.
Il numero due di Gazprombank, che ha 50 anni e lavorava da 33 in aziende collegate al mercato del gas in Russia, è originario della città di Okhtyrka, in Ucraina. Nel suo Paese d’origine è tornato il 2 marzo scorso, ma la notizia è stata resa soltanto nella tarda serata di ieri, 26 aprile, dal sito russo The Insider.
Volobuev ha spiegato di essersi unito alle forze di difesa territoriale ucraine perché “non riuscivo a guardare da bordo campo quello che la Russia stava facendo alla mia patria“.
“I russi stavano uccidendo mio padre, i miei conoscenti e gli amici intimi. Mio padre ha vissuto per un mese in un freddo seminterrato. Persone che conoscevo fin dall’infanzia mi dicevano che si vergognavano di me“, è l’accusa arrivata dall’ormai ex manager di Gazprombank.
Società che lo ha immediatamente licenziato subito dopo aver lasciato la Russia, dove in realtà “nessuno sapeva della mia fuga, a Mosca”.
Volobuev si aggiunge così al ristretto numero di dirigenti e funzionari che hanno abbandonato il Paese dopo l’invasione delle forze armate russe in Ucraina: a fine marzo era fuggito dalla Russia Anatolij Chubais, ex vicepremier di Eltsin, mentre prima di lui erano scappati anche il vice presidente del board di Sberbank, Lev Khasis, e il vice amministratore delegato di Aeroflot Andrei Panov.
Nella sua intervista a The Insider, l’ex numero due di Gazprombank ha anche avanzato seri dubbi sulle spiegazioni ufficiali in merito agli omicidi-suicidi dell’ex vicepresidente della Gazprombank Vladislav Avaev, avvenuto a Mosca, e dell’ex top manager del gigante energetico Novatek Sergei Protosenya, in Spagna. “Non credo assolutamente che fossero suicidi, anzi, l’esecuzione di Avayev potrebbe essere stata una messa in scena perché potrebbe aver saputo troppo“.
