“Il ciclo non è lusso”. Con questo ‘claim’, se così si può dire, Francesco Segreto ha scavalcato il Parlamento italiano su una questione ancora oggi rimasta irrisolta: perché in Italia l’Iva applicata sugli assorbenti femminili, beni che ovviamente sono “necessari”, è pari al 22 per cento mentre su altri prodotti come frutta, verdura è al 4%?
Un tema che Segreto, proprietario dell’omonima farmacia di via Belvedere, nel quartiere Vomero, ha deciso di “eliminare totalmente l’Iva su qualsiasi tipologia di assorbenti di qualsiasi brand, sottraendo alla cassa l’equivalente dell’imposta”.
L’Italia sulla questione è ampiamente indietro rispetto al resto d’Europa: dal primo gennaio 2021 nel Regno Unito non bisogna più pagare la VAT, un’imposta sul valore aggiunto, il corrispettivo della nostra Iva, sugli assorbenti.
A Iivello europeo da tempo si parla di “tampon tax” (tampon vuol dire assorbente in inglese, ndr), ovvero eliminare l’obbligo di imposta sugli assorbenti: nel novembre 2020 era stata la Scozia il primo Paese ad aver approvato una legge che prevede l’accesso gratuito agli assorbenti.
In Italia l’unico passo in avanti sul tema è stato fatto con un taglio dell’imposta sugli assorbenti compostabili e lavabili, passata dal 22 al cinque per cento durante la conversione in legge del decreto fiscale del governo Conte. Una misura in larga parte insufficiente, dato che non riguarda la maggioranza degli assorbenti venduti quotidianamente in supermercati e farmacie. Inoltre, al momento non risultano assorbenti in commercio con certificazioni che ne permettano il compostaggio negli impianti italiani.
Era stata invece bocciata la proposta formulata dall’ex presidente della Camera Laura Boldrini per ridurre l’Iva al 5% per tutti gli assorbenti, non solo quelli biodegradabili.
Per fare quindi un paragone con gli altri Paesi europei in tema di tassazione, nel Regno Unito come detto è a zero, mentre in Francia è al 5,5% e in Germani è al sette per cento.
