Il falconiere della Lazio fa il saluto romano e inneggia al ‘Duce’: sospeso dalla società

credits: S.S. Lazio

“Duce, Duce”. Il richiamo nostalgico risuona nella Tribuna Tevere dell’Olimpico, occupata dai tifosi della Lazio. Nel pronunciare a pieni polmoni il titolo di Benito Mussolini, Juan Bernabé, il falconiere addestratore dell’aquila Olympia che volteggia sullo Stadio Olimpico di Roma prima delle partite della Lazio, alza il braccio e fa il saluto romano. Il gesto inequivocabile, immortalato durante i momenti di festa dopo la vittoria con l’Inter di sabato, fa il giro dei social e pesa come una sentenza per l’addestratore del rapace. La società biancoceleste ha fatto sapere di aver sospeso Bernabé, che non è tesserato della squadra biancoceleste ma è un dipendente di una società esterna alla Lazio.

E i vertici della società hanno avvisato: al prossimo episodio analogo, scatterà la rescissione automatica.

Le parole dell’addestratore

Come riporta Adnkronos, il falconiere è dispiaciuto per quanto sta accadendo in queste ore. “In Spagna il gesto fascista si fa con il braccio teso in una linea retta. In Italia a quanto pare è anche così, dandosi una pacca sul petto. Io sono una persona assolutamente di destra, del partito Vox in Spagna come pure tanti amici calciatori, ma non di idea fascista, non è proprio nella mia mentalità“.

Si giustifica così lo storico addestratore dell’aquila Olympia, che ha aggiunto: “Sono un uomo che ha girato il mondo, che fa business in tutto il mondo e che ha rapporti con persone di tutte le razze. È stato un gesto dettato dall’impulso – aggiunge il falconiere – festeggiando il finale di una partita. Un saluto militare, mai fascista. Tuttavia va bene, queste cose fanno parte della vita, ci sono momenti brutti e belli. E questo per me è un momento brutto”

Chi è il Bernabè?

Di origine spagnola, il falconiere Bernabè è nato a Cadice 51 anni fa. Mentre studiava architettura, l’addestratore si è innamorato dei rapaci grazie alla passione trasmessa dalla famiglia adottiva. Prima del suo approdo a Roma, Bernabè faceva volare nei cieli l’aquila del Benfica, la squadra portoghese. Poi è arrivata la chiamata di Lotito e il trasferimento a Formello nel 2010.

Qui addestra e fa volare per la squadra biancoceleste Olympia, un’aquila reale nata nel 2005. Il battesimo di Olympia risale al 22 settembre del 2010, in occasione di una partita che la Lazio ha disputato contro il Milan.

Le reazioni

Dura la condanna della comunità ebraica. “Davanti all’ostentazione di gesti e simbologie che rievocano ideali fascisti non possono esserci ambiguità e tentennamenti. Il comportamento dell’addestratore dell’aquila Olimpia emblema della Lazio, immortalato in un video diventato virale, non lascia spazio a dubbi”, ha Noemi Di Segni, presidente dell’Unione Comunità ebraiche italiane. Di Segni ha poi rilanciato un intervento concreto da parte delle istituzioni. “Si intervenga, da parte della società e dalla Federazione, con la massima urgenza. Via i fascisti e gli odiatori dal mondo del calcio. Un odio che dal campo si propaga in ogni piazza“, è l’appello della presidente.