Il garantismo a targhe alterne di Salvini: voleva abolire l’abuso di ufficio ma attacca Zingaretti indagato

Il garantismo per Matteo Salvini? Solo quando conviene al leader della Lega. L’ultima capriola del segretario del Carroccio arriva a seguito della notizia dell’indagine che coinvolge il presidente della Regione Lazio (nonché segretario del Partito Democratico) Nicola Zingaretti e l’Assessore alla Sanità laziale Alessio D’Amato.

La procura di Roma, come emerso venerdì, contesta ai due esponenti del Pd il reato di abuso d’ufficio in relazione a delle nomine ai vertici delle Asl laziali. Salvini ha immediatamente utilizzato l’inchiesta per attaccare Zingaretti, impegnato in queste ore nelle trattative per garantire una maggioranza solida al governo Conte: “I cittadini meritano chiarezza e rapidità – scrive su Twitter Salvini – anche per le eventuali ricadute sul governo: i guai del leader Pd complicano il reclutamento di voltagabbana o per il M5S i politici indagati non sono più un problema?”.

Lo stesso Salvini, sia sui social che in televisione, mostrava idee ben diverse sull’abuso d’ufficio. Nel giugno dello scorso anno, condividendo un appello del presidente delle Camere Penali Gian Domenico Caiazza, Salvini parlava di abuso d’ufficio come di “un reato fantasma che blocca la pubblica amministrazione e rallenta tutto, va abolito”. E ancora: “Su 7.000 procedimenti aperti nel 2018, più di 6.000 archiviati, e le condanne sono state meno di 100. Per ripartire l’Italia ha bisogno di velocità ed efficienza, di gru e cantieri e ovunque: spazziamo via la burocrazia inutile e quello che la frena”. 

Anche nel maggio 2019, quando Salvini era ministro dell’Interno nel primo governo Conte, a Porta a Porta pronunciò parole simili: “Io abolirei l’abuso d’ufficio o lo abolirei, perché non posso bloccare 8mila sindaci per la paura che uno possa essere indagato – diceva il leader della Lega -. Ci sono sindaci che non firmano niente per paura di essere indagati”.

Un reato ‘giusto’ solo se ad essere indagato è l’avversario politico.