Che Anselmo Campa sia stato ucciso ormai sembra chiaro. L’uomo di 56 anni è stato trovato morto, riverso in un lago di sangue, il cranio fracassato, nella casa dove viveva a Grumello del Monte in provincia di Bergamo. I carabinieri del comando provinciale, coordinati dal pm Maria Esposito, indagano con l’ipotesi di omicidio aggravato. È ancora tutto da chiarire nella dinamica e nelle cause del caso.
L’uomo era nato a Cividino, frazione di Castelli Calepio, avrebbe compiuto 57 anni fra pochi mesi ed era un imprenditore. Aveva eredito dal padre la ditta Trattamenti Termici e Galvanici srl di via Moro a Cologne, in provincia di Brescia. Con la sua seconda moglie aveva avuto due figlie, di 21 e 12 anni. La coppia si era separata oltre un anno fa. E l’uomo si era trasferito in un appartamento al centro del Paese prima di tornare in via Nembrini, al civico 56, dove aveva vissuto con la moglie e dove è stato trovato, massacrato.
L’ultima volta era stato visto al circolo, intorno alle 18:30 di martedì scorso. Agli amici aveva detto che sarebbe tornato in serata per vedere insieme la partita di Coppa Italia Milan-Inter. Quando dell’uomo non si avevano notizie da più o meno un giorno, e Campa non rispondeva alle telefonate, gli amici si sono allarmati. “La moglie dell’amico fa le pulizie a casa di Anselmo e aveva le chiavi di casa sua, e lui è andato a prenderle”, ha raccontato uno dei migliori amici della vitta a Il Corriere della Sera Bergamo che in un lungo articolo ha ricostruito la vicenda.
Alla fine sul posto sono arrivate quattro persone. La porta del palazzo era aperta e quella dell’appartamento non era chiusa a chiave. “Siamo entrati e lui era lì, a terra, fra il soggiorno e la cucina. Ho visto che era morto e c’era molto sangue. Mi sono subito voltato, non volevo vedere. Siamo usciti e abbiamo chiamato i carabinieri di Grumello”. Ancora da chiarire quanti colpi abbiano fracassato il cranio dell’uomo. I risultati dell’autopsia sono attesi per domani.
Il Corriere scrive che dopo tensioni degli ultimi tempi con la sorella (con la quale aveva ereditato l’attività del padre) e con il cognato, Campa si fosse ritirato dalla gestione diretta dell’azienda e stesse trattando la vendita delle quote societarie. Al momento gli inquirenti non escludono alcuna pista, fin da subito si è parlato dell’ipotesi di una rapina finita male. Addosso alla vittima sono stati trovati il portafogli e il cellulare e le chiavi dell’auto Range Rover. All’esame dei carabinieri anche il telefono di Campa.
