Il marito di Michela Murgia: “Eravamo fratello e sorella, mai stati fidanzati. Nelle ultime ore di vita ha dettato un libro”

Si sono conosciuti sei anni fa, nel 2017, durante uno spettacolo teatrale. Da lì è nata una forte amicizia che lo scorso 15 luglio ha portato Michela Murgia a sposare “in articulo mortis” Lorenzo Terenzi, di sedici anni più giovane (compirà 35 anni il 19 agosto). E’ lo stesso Terenzi a raccontare in una lunga intervista al Corriere della Sera il rapporto fraterno con la scrittrice sarda scomparsa da pochi giorni all’età di 51 anni stroncata da un carcinoma renale al quarto stadio che, come da lei stessa anticipato a inizio maggio, le aveva lasciato pochi mesi di vita.
Lorenzo parla poche ore dopo i funerali celebrati ieri, sabato 12 agosto, nella chiesa degli artisti in piazza del popolo a Roma. Non parla di una “relazione” ma di “un’amicizia che ha continuato a fiorire nel tempo”, specificando che “non c’è mai stato niente di sessuale, era un’amicizia evoluta all’ennesima potenza. Poi lei ha avuto bisogno di me e mi ha chiesto di fare questa cosa che altrimenti non avrei mai fatto, perché non eravamo mai stati fidanzati, non c’era mai stato niente oltre all’essere fratello e sorella, due esseri umani che si erano incontrati in maniera profonda. Abbiamo riso di cose stupide e pianto di cose difficili”.

Il primo incontro con Murgia è avvenuto nella sua Sardegna: “Lei stava lavorando a Quasi Grazia, uno spettacolo teatrale tratto dal libro di Marcello Fois. Io ero stato chiamato all’ultimo come aiuto regista”. Terenzi si occupava “del training, gli esercizi che si fanno prima. Per fare bene il mestiere dell’attore devi entrare in contatto con parti molto profonde di te. Questo ci ha fatto legare. È stata generosissima fin dall’inizio. Siamo diventati subito amici, poi confidenti, e negli anni “migliori amici”, come diceva”.

La famiglia queer, quel nido d’amore senza legami di sangue, e l’idea del matrimonio subito dopo la diagnosi della grave malattia. Era Pasqua. “Probabilmente ho un’aspettativa di vita di quattro anni”, mi disse. “Se tra qualche anno sei libero ti va di sposarmi? Così potrò avere vicino una persona di cui mi fido per farla decidere al posto mio”.

Terenzi non ha esitato ma “poi il quadro clinico è cambiato e mi ha detto che dovevamo anticipare. Le ho chiesto se voleva fare solo una cosa burocratica da tenere tra di noi o se voleva raccontarla agli altri. Rispose che era meglio se lo raccontavamo noi, perché era un personaggio pubblico e bisognava tenere il polso della narrazione”.

Lorenzo, che non ha ancora conosciuto Costanza Marongiu, madre di Michela Murgia, che ieri aveva annunciato che a breve “ci sentiremo”, racconta che i suoi genitori “hanno capito subito, non si sono fatti condizionare da vocine esterne” e hanno incontrato la migliore amica poi diventata moglie.

Terenzi spiega poi che la camera ardente è stata allestita nella nuova casa acquistata di recente a Roma dalla scrittrice per trascorrere, con la famiglia queer, gli ultimi mesi di vita. “Indossava un kimono fantasia e sotto aveva un vestito verde” spiega, aggiungendo che nelle ultime ore di vita “ha perfino dettato un libro” a uno dei suoi figli d’anima.

Infine ricorda i modi dolci e carini “di darle le medicine” perché Michela “non si è mai sentita in un ospedale”. Poi l’addio la sera di giovedì 10 agosto. Se ne è andata “serena alle 22,50. Intorno a lei le persone che le volevano bene. Dopo, siamo stati travolti da una valanga d’affetto. Sarebbe stata contenta”.