Ilaria Cucchi ringrazia Teo Luzi, un momento che tutti aspettavano

Foto Roberto Monaldo / LaPresse 17-11-2019 Roma Politica Trasmissione tv "Mezz'Ora in Più" Nella foto Ilaria Cucchi Photo Roberto Monaldo / LaPresse 17-11-2019 Rome (Italy) Tv program "Mezz'Ora in Più" In the pic Ilaria Cucchi

Le parole importanti e attese sono state scritte ieri, 15 aprile, su La Stampa. Un lungo messaggio di Ilaria Cucchi che, nei giorni scorsi, ha rivolto lo sguardo al cielo come per dire a Stefano “ecco, questa volta è finalmente finita e io sono sempre con te”. Il Comandante dei Carabinieri, appresa la sentenza, ha dichiarato che quanto accaduto è lontano dai principi che caratterizzano l’Istituzione e che, chi ha sbagliato, verrà messo fuori dal Corpo. Parole dure, forti, che hanno suscitato qualche malumore all’interno dell’Arma.

Ilaria Cucchi aveva già avviato un dialogo con l’Arma, sia col generale Del Sette che con Nistri. Quest’ultimo aveva offerto piena disponibilità alla sorella del giovane ucciso ottenendo un cenno di reciprocità di intenti. Ma ancora non era chiara la posizione della Benemerita, ancora si voleva difendere l’indifendibile. Ora, però, grazie alla sentenza dei giorni scorsi che ha certificato quanto accaduto nella caserma Casilina nell’ottobre 2009 e alle parole del generale Luzi, vi è finalmente una reciprocità di intenti tra Ilaria Cucchi e tutti i Carabinieri rappresentati da Teo Luzi.

L’alto ufficiale ha sempre seguito con attenzione la vicenda e non ha mai fatto mancare la comprensione alla famiglia di Stefano. Le stesse linee guida interne alla Forza armata ricordano ai carabinieri che essi sono custodi dei diritti di chi subisce un reato ma anche di chi lo compie. Sono tanti, infatti, gli episodi che vedono i carabinieri vicini alle vittime di questa società che, per diverse ragioni, non hanno avuto buone occasioni dalla vita.

Le parole di Ilaria Cucchi aprono a un nuovo periodo storico in questa vicenda che vuole essere da monito, per tutti, nel nostro Paese e la posizione del generale Luzi regala, finalmente, una nuova immagine dell’Arma. C’è dialogo tra le due compagini ferite: quella della famiglia Cucchi e quella della famiglia Arma e, proprio nel ricordo di una vittima innocente, si auspica che possa nascere un progetto affinché Stefano sia ricordato come un esempio di fragilità che ogni giorno la vita riserva nell’operare quotidiano di tutte le forze di polizia.