In generale, sono state 450 le vittime sul lavoro in Italia, delle quali 346 in occasione di lavoro (+1,2% rispetto a giugno 2022) e 104 in itinere. Ancora alla Lombardia la maglia nera per il maggior numero di vittime in occasione di lavoro (64).

Seguono: Lazio (33), Veneto (32), Campania (29), Piemonte (27), Emilia Romagna (26), Sicilia (22), Puglia (19), Toscana (14), Abruzzo (13), Friuli Venezia Giulia e Umbria (11), Trentino Alto Adige (10), Marche e Calabria (nove), Liguria (otto), Sardegna (sei), Basilicata (due) e Valle d’Aosta (uno). Nei primi sei mesi del 2023 è sempre il settore Trasporti e Magazzinaggio a registrare il maggior numero di decessi in occasione di lavoro: sono 50. Ed è seguito dalle Costruzioni (39), dalle Attività Manifatturiere (37) e dal Commercio (27). La fascia d’età numericamente più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è sempre quella tra i 55 e i 64 anni (127 su un totale di 346).

Gli stranieri deceduti – Per quanto riguarda gli stranieri deceduti in occasione di lavoro, sono 60 su 346. E il rischio di morte sul lavoro, dice l’Osservatorio di Mestre, si dimostra essere sempre superiore rispetto agli italiani. Gli stranieri, infatti, registrano 25,3 morti ogni milione di occupati, contro i 13,8 italiani che perdono la vita durante il lavoro ogni milione di occupati

Le donne – che hanno perso la vita in occasione di lavoro da gennaio a giugno 2023 sono 23, mentre 11 hanno perso la vita in itinere, cioè nel percorso casa-lavoro. Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro sono appunto 60, mentre sono 19 quelli deceduti a causa di un infortunio in itinere. Il lunedì è il giorno più luttuoso della settimana, ovvero quello in cui si sono verificati più infortuni mortali nei primi sei mesi dell’anno (19,9%).

Redazione

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