Gli attacchi arrivano un giorno dopo quelli messi a segno dai droni Houthi su Tel Aviv. Un raid che aveva ucciso appena un uomo. Nel pomeriggio di sabato, è arrivata la risposta di Israele diretta nell’area del porto di Hodeida – la quarta città più grande del Paese con quasi mezzo milione di abitanti – nello Yemen, usato dagli Houthi per ricevere le armi trasferite dall’Iran.
L’attacco aereo, condotto esclusivamente da Israele, ha preso di mira i depositi di carburante e altre strutture del porto. Oltre ad impedire il trasporto di armi, il raid dell’aeronautica militare israeliana secondo quanto riportato dal Times of Israel, ha avuto lo scopo di causare danni finanziari al gruppo sostenuto dall’Iran.
L’azione – denominata ‘Long arm’ – sarebbe stata condotta da 12 aerei israeliani F35, sarebbe durata una decina di minuti, e l’attacco ha preso di mira anche la centrale elettrica di Ras Khatib, utilizzata per generare elettricità per la città. Il report afferma che sono state colpite in particolare le raffinerie di petrolio del porto di Hodeida e le immagini rilanciate dai media arabi e israeliani mostrano un enorme incendio e denso fumo nero che si leva dai siti colpiti. Ci sono morti e feriti (questi ultimi sarebbero almeno 80) ancora da accertare con precisione.
Gli Houthi risponderanno
La scelta di Israele
Il primo attacco
Nelle scorse ore erano stati 45 i razzi lanciati dal Libano verso il nord di Israele, con Hezbollah che aveva rivendicato l’attacco. L’esercito israeliano (Idf) ha dichiarato che alcune delle esplosioni hanno provocato lo scoppio di incendi. Il primo raid di 30 razzi ha preso di mira le alture del Golan settentrionale, alcuni sono stati intercettati mentre altri hanno colpito aree aperte. Poi una raffica di 10 razzi è stata lanciata contro la Galilea occidentale e altri cinque contro l’Alta Galilea.
Seguono aggiornamenti
