Italia-Germania, è scontro sui migranti. L’attacco di Nancy Faeser e i provvedimenti del governo che dividono la maggioranza

Alla fine la crisi dei migranti rischia di trasformarsi in uno scontro diplomatico tra l’Italia e la Germania. Un “classico”, purtroppo. Con tanto di notizie su presunti finanziamenti tedeschi alle Ong che operano nel Mediterraneo e per l’assistenza dei migranti sul suolo italiano. Il tutto condito dall’attacco lanciato contro il governo italiano dalla ministra dell’Interno tedesca Nancy Faeser: “L’Italia non sta rispettando le riammissioni del sistema di Dublino. E finché non lo farà, nemmeno noi accoglieremo altri rifugiati”. Una reazione che arriva dopo che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella aveva definito “preistoria” l’accordo di Dublino, proprio durante una conferenza stampa con il suo omologo tedesco Frank Walter Steinmeier in visita al centro d’accoglienza di Piazza Armerina, in provincia di Enna. La tempesta perfetta per la premier Giorgia Meloni.

E non possono mancare le solite tentazioni complottistiche di chi, negli ambienti vicini a Palazzo Chigi, già agita trame ordite contro Roma da parte della Germania. L’obiettivo? “Destabilizzare il governo”, spifferano i meloniani. Ma non si capisce chi abbia architettato la macchinazione. Un altro mistero, dunque. Diverse organizzazioni che avrebbero potuto beneficiare del contributo negano. Però resta agli atti il lancio d’agenzia che rischia di innescare uno scontro diplomatico tra Roma e Berlino. In mattinata un portavoce del ministero degli Esteri tedesco scrive all’Ansa che è “imminente” da parte del governo tedesco un finanziamento da centinaia di migliaia di euro per un progetto di assistenza a terra di migranti in Italia e uno per una Ong che opera salvataggi “in mare”. Il “portavoce”, però, non specifica di quale organizzazione non governativa si tratta. Solo in serata un portavoce della Ong Sos Humanity conferma che il 18 settembre la Germania “ha approvato una richiesta che prevede di sostenere finanziariamente Sos Humanity”. Dal canto suo, la fonte governativa tedesca parla di “un programma di sostegno finanziario istituito dal Bundestag”. “L’obiettivo è quello di sostenere sia il soccorso civile in mare che i progetti a terra per le persone soccorse in mare”, sottolinea ancora il portavoce del ministero degli Esteri della Germania. “La portata del finanziamento del progetto in ciascun caso è compresa tra 400 mila e 800 mila euro”, dicono ancora da Berlino. Poi specificano: “Il finanziamento da parte del ministero degli Esteri nel 2023 è limitato a un totale di 2 milioni di euro per tutti i progetti”.

Alla presidenza del Consiglio sale la tensione e il governo italiano cerca di mettersi in contatto con quello tedesco. Poi arriva una nota in cui “fonti di Palazzo Chigi” esprimono “grande stupore” per la notizia “secondo la quale un portavoce del ministero degli Esteri della Repubblica Federale di Germania avrebbe annunciato un imminente finanziamento a delle Ong per un progetto di assistenza di migranti sul territorio italiano e un progetto di ‘salvataggi’ in mare”. Le fonti del governo auspicano “un chiarimento” da parte delle autorità tedesche. “Il finanziamento da parte della Germania di attività di Ong sul territorio italiano, o di sostegno al trasferimento di immigrati irregolari in Italia, rappresenterebbe una gravissima anomalia”, sottolineano da Palazzo Chigi. Dall’inner circle meloniano rispolverano i toni truci del periodo in cui Matteo Salvini era al Viminale e Giuseppe Conte era premier: “C’è l’esigenza di stabilire che i migranti trasportati da organizzazioni finanziate da Stati esteri debbano essere accolti da questi ultimi”. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi taglia corto: “Non ne sappiamo niente”.

Intanto arrivano le smentite dell’organizzazione United 4 Rescue e della Comunità di Sant’Egidio. A giugno Der Spiegel aveva scritto che la Germania aveva rinviato il finanziamento a United 4 Rescue, che finanzia navi Ong nel Mediterraneo, “forse per favorire il rapporto con il governo italiano”. Alla luce di ciò, le parole consegnate dal portavoce all’Ansa rappresenterebbero un cambio di rotta rispetto alla volontà distensiva. Mentre martedì scorso l’ambasciatore tedesco a Roma Hans-Dieter Lucas aveva annunciato finanziamenti a Sant’Egidio “sulla migrazione”. Sea Watch, finanziata da United 4 Rescue, dice di non aver richiesto soldi a Berlino. Da Sant’Egidio confermano che l’accordo con la Germania è per l’assistenza sul suolo italiano e “non per il salvataggio in mare”.

La Commissione Europea rilancia sull’accordo con la Tunisia. Ana Pisonero, portavoce della Commissione Ue per l’Allargamento e il Vicinato, in un briefing con la stampa a Bruxelles annuncia un pacchetto di 127 milioni di euro a Tunisi, 67 dei quali destinati al controllo dei flussi dei migranti. Fondi che “verranno sborsati nei prossimi giorni e consegnati rapidamente”, dicono da Bruxelles. A Roma, invece, i provvedimenti del governo dividono la maggioranza. Governatori e sindaci, anche di centrodestra, si oppongono al progetto dell’esecutivo di costruire un Cpr (Centro di permanenza e rimpatrio) in ogni regione. Tra le voci critiche spicca quella del governatore leghista del Veneto Luca Zaia: “I Cpr non risolvono il problema degli arrivi”. Perplessità sull’iniziativa sono arrivate anche dalle Regioni Marche e Molise, entrambe amministrate dal centrodestra. Mentre Verdi e Sinistra e il Pd attaccano duramente il governo per il decreto del Viminale che stabilisce che i migranti debbano avere “una garanzia finanziaria” di 5000 euro per evitare di andare in un Cpr.