J. K. Rowling, l’autrice di Harry Potter si racconta in un podcast: dal marito violento alle accuse di transfobia

J.K Rowling si racconta, si apre come non aveva mai fatto la scrittrice da record, autrice della saga di Harry Potter oltre ad altri libri per bambini e a noir sotto pseudonimo. Si racconta a tutto campo in un podcast di sette puntate dal titolo esplicito: “I processi alla stregoneria di J.K Rowling” (“The witch trails of J. K. Rowling”). Poco più di due anni fa esplodeva infatti il caso: Rowling accusata come nemica delle persone transgender, bersaglio di odio online, minacciata di stupro e allontanata, boicottata, perfino esclusa dalle celebrazioni per l’anniversario dell’uscita del primo film della saga del maghetto di Hogwarts: alcuni attori della stessa hanno preso le distanze da lei. Lei, disinvolta, non si preoccupa di come verrà ricordata: “Sarò morta, preferisco pensare a chi vive”.

Al momento le puntate uscite sono due, in tutto saranno sette, per The Free Press, giornale creato da Bari Weiss, ex giornalista del New York Times. La scrittrice nel podcast risponde alle domande di Megan Phelps-Roper, cresciuta in una famiglia all’interno della Westborough Baptist Church, un’organizzazione estremista religiosa che ha lasciato nel 2012. Ha raccontato degli anni turbolenti dell’adolescenza, della perdita della madre, del trasferimento in Portogallo, della relazione e del matrimonio con il primo marito, delle violenze subite dallo stesso primo marito, della scrittura, della fuga a Edimburgo, della nascita e del fenomeno di Harry Potter e dell’universo di Hogwarts – un cult ormai. Dopo che la giornalista le aveva chiesto un’intervista, la scrittrice ha aperto le porte della sua casa. E si è raccontata. Il lavoro è durato un anno.

Harry Potter ha venduto circa 500 milioni di copie in tutto il mondo. Il primo manoscritto, ha raccontato la scrittrice, era stato sequestrato dal marito: aveva capito che quell’opera, la scrittura, erano la sua fuga. “Era molto violento, mi controllava in ogni cosa”. Si erano conosciuti in un caffé in Portogallo. Era il 1990, lei aveva 25 anni, lui 23. Rowling provava in quel periodo di superare il lutto per la perdita della madre. Ha descritto quell’uomo come iper protettivo: la controllava in tutto, perfino nella borsa, non le permetteva di avere una copia delle chiavi della casa dove vivevano.

Lei aveva cominciato a portare a lavoro, ogni giorno, alcuni fogli del manoscritto, in un numero tale da non destare sospetti, e a fotocopiarli. “Pian piano una copia cominciò a crescere nel mio armadietto, senza che lui potesse farci nulla”, ha raccontato la scrittrice. “Quel manoscritto significa ancora moltissimo per me. Allora aveva la precedenza su tutto, tranne su mia figlia Jennifer. Ma lei era ancora dentro di me, quindi al sicuro”. L’ultimo episodio, quello che distrusse definitivamente la relazione, quando la bambina era appena nata. Rowling si rivolse alla polizia.

L’ex marito ha confessato in un’intervista nel 2000 di aver aggredito la donna, ha parlato di “una relazione molto altalenante, eravamo sempre o in paradiso o all’inferno”. Rowling ha confessato di sentirsi ancora fragile per via di quella relazione. “Non era un uomo stupido, doveva aver capito che stavo cercando una via di fuga”, ha raccontato la scrittrice. Evasione che trovava proprio nella scrittura. Il matrimonio era finito dopo solo anno. La scrittrice si è risposata nel 2001, con il dottore Neil Murray, con cui ha avuto due figlie. “Spero loro non debbano mai avere gli stessi motivi che ho io per odiare i rumori alti o le persone che ti approcciano di sorpresa”.

Rowling è scappata a Edimburgo nel 1993. Harry Potter e la pietra filosofale, primo capitolo della saga, venne rifiutato da dodici editori prima di essere pubblicato nel Regno Unito nel 1997. Fu un caso letterario da subito. La scrittrice ha ammesso però di non essersi mai abituata alla fama. Tutto è stato reso ancora più difficile dalle accuse e dalle contestazioni verso le sue posizioni. L’hanno accusata di essere una terf: “trans-exclusionary radical feminist”, ovver una femminista radicale che esclude dalle sue battaglie le persone trans.

“Potrei tappezzare la mia casa con le minacce che ho ricevuto”, ha dichiarato. “Quando apri le porte di bagni, camerini e spogliatoi a uomini che credono o sentono di essere donne apri quella porta per tutti gli uomini che vogliono entrare”, aveva scritto sul suo sito web scatenando un’ondata di accuse. “Se il sesso non è reale non c’è attrazione per lo stesso sesso, se il sesso non è reale la realtà vissuta dalle donne a livello reale viene cancellata. Conosco e amo le persone trans ma cancellare il concetto di sesso rimuove la capacità di molte di discutere in modo significativo delle loro vite”, il tweet che l’aveva catapultata al centro della polemica che ha travolto anche l’uscita del videogioco “Hogwarts Legacy” negli ultimi giorni.