“Per le sue opere teatrali e la prosa innovativa che danno voce all’indicibile” è questa la motivazione che ha portato Jon Fosse a vincere Premio Nobel per la Letteratura 2023. Fosse, nato in Norvegia nel 1959, è un intellettuale moderno, poliedrico e tentacolare, e la sua produzione spazia dalla letteratura al teatro.
Non solo romanzi e spettacoli, ma anche raccolte di poesie, saggi, libri per bambini e numerose traduzioni. E afferma il Comitato: “La sua immensa opera scritta in norvegese Nynorsk e che abbraccia una varietà di generi è costituita da una vasta gamma di opere. Sebbene oggi sia uno dei drammaturghi più rappresentati al mondo, è diventato sempre più riconosciuto anche per la sua prosa”. L’autore non era proprio negli autori papabili ma alla fine, specialmente tra gli addetti ai lavori, l’idea di una sua vittoria si è concretizzata. Come noto per il Nobel non esiste una “cinquina” o una lista di finalisti ufficiale, ma i nomi in circolazione erano noti da tempo, tra questi la scrittrice cinese Can Xue, la russa Ljudmila Ulitskaja, il giapponese Haruki Murakami, la canadese Anne Carson, il romeno Mircea Cartarescu, il francese Michel Houellebecq, l’irlandese Edna O’Brien e molti altri. Nel toto-nobel italiano si parla invece di Claudio Magris e Dacia Maraini.
Ma chi è il vincitore di quest’anno? Chi si cela dietro quello sguardo glaciale? Partiamo dal presupposto che i suoi spettacoli vengono messi in scena in tutto il mondo e che ha esordito nella scrittura nel 1983 con il romanzo Raudt, svart (“Rosso, nero”); in Italia è pubblicato da “La Nave di Teseo” e “Cue Press”.
Secondo quanto riportato dalla Treccani: “Già nel suo primo dramma Nokon kjem til å komme”- “Qualcosa sta per arrivare” del 1992 è compiutamente espressa la sua cifra stilistica, caratterizzata da una scrittura scarna e spietata, pronta a cogliere tutte le contraddizioni del linguaggio e delle reti relazionali, indagando temi quali la labilità della comunicazione, il divario generazionale e la precarietà dei rapporti familiari e di coppia.”
Fosse è anche autore del dittico sul pittore norvegese L. Hertervig Melancholia e di intensi drammi come “Natta syng sine songar” – “E la notte canta” del 1998 e “Eg er vinden” – “Io sono il vento del 2007. Per conoscere meglio questo scrittore, che alcuni definiscono come il nuovo Samuel Beckett, sono disponibili nelle librerie le sue ultime opere “Morgon og kveld” – “Mattino e sera” e “Det andre namnet: septologien I-II” “L’altro nome: settologia I-II”, il primo incentrato su due momenti essenziali della vita, cioè la nascita, il mattino, e la morte, la sera. Il secondo su due personaggi che sono diversa versione della stessa persona e che interrogano il lettore sul senso dell’esistenza. Dal canto suo Jon Fosse si è detto “sorpreso ma non troppo” all’annuncio del Premio Nobel “negli ultimi dieci anni mi sono preparato con cautela al fatto che ciò potesse accadere. Ma credetemi, non mi aspettavo di ricevere il premio oggi, anche se avevo una chance”.
