Katia Tarasconi sindaca di Piacenza, la tragedia del figlio morto a 18 anni: “Kristopher sarebbe felice”

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Della positiva campagna ai ballottaggi delle amministrative della sinistra fa parte anche Piacenza, dove ha vinto Katia Tarasconi e dove torna dopo cinque anni la sinistra. Cresciuta tra Piacenza e gli Stati Uniti, 48 anni, consigliera regionale del Partito Democratico, già assessora nella precedente giunta di centrosinistra, si era presentata con il supporto del Partito Democratico, di Azione e di una serie di liste civiche. Con il 53% delle preferenze ha vinto contro la sindaca uscente Patrizia Barbieri, candidata appoggiata dal centrodestra, perfino unito.

Il Presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini ha parlato del risultato dal punto di vista politico meno atteso fino a qualche settimana fa. “Cosa ha fatto la differenza? Sicuramente stare in mezzo alla gente e ascoltare le loro richieste. Credo che da parte dei cittadini ci sia stato un pensiero diverso rispetto al passato: più ragionamento e meno pancia”, ha dichiarato Tarasconi. A 13 anni seguì la madre negli Stati Uniti, si laureò all’Università di Miami, ha lavorato come grafica nel campo della comunicazione. Il suo esordio in politica risale al 2007, da assessore comunale a Piacenza, una carica ricoperta fino al 2015. Separata da un uomo americano con cui ha avuto i figli Kristopher e Rebecca.

La sua storia era diventata nota qualche mese fa per la tragedia che aveva colpito suo figlio. Kristopher Dixon, 17 anni, è morto in un incidente stradale in un week end lo scorso settembre. Era a Roma con gli amici per un fine settimana. Il giovane fu travolto da un tram, lui viaggiava a bordo di un motorino. “Io credo che mio figlio sarebbe molto orgoglioso vedendomi ora”, aveva dichiarato Tarasconi solo qualche giorno fa. Il 17enne aveva appuntamento nella Capitale con amici da tutta Italia che aveva conosciuto in California.

“Live your best fucking life”, si è fatta tatuare la madre con altri familiari, una delle ultime frasi che il figlio aveva scritto sui social. “Ci sta, nella logica della vita, che tu perda i genitori, ad un certo punto la vita è una ruota che gira, ma i tuoi figli … Mamma mia, è una roba disumana, è un dolore fisico che ti accompagna ogni istante, una morsa che non ti lascia mai – raccontava Tarasconi a Il Corriere della Sera – Però sai che non puoi farci niente. Sai che non la cambi, quella roba lì non la cambi, e quindi alla fine dici: vabbé mi alzo lo stesso e faccio le cose che devo fare, perché tanto non me lo ridanno mio figlio, non c’è niente che possa fare per cambiare la situazione. Niente”.

La sindaca in un primo momento aveva rifiutato la candidatura per il dolore che stava attraversando. Poi ha cambiato idea. “Feci quello che ho fatto sempre. Ho riunito mia figlia, il mio compagno, e siccome Kri non c’è più, ho voluto parlare anche con i suoi più cari amici. ‘Che si fa?’, ho chiesto. Mi hanno guardata e mi hanno detto: ‘Si fa. E si spacca’”, le sue parole riportate da Repubblica. “Volevo lanciare il messaggio che per quante cose brutte ti riservi la vita ti puoi e ti devi rialzare in piedi”.