Un bel giorno una villetta sul mare di Punta Secca (Ragusa) divenne la casa del commissario Montalbano per poi tornare a essere una privata villetta sul mare. Che bella questa storia vera raccontata da Costanza DiQuattro ne “La mia casa di Montalbano” (Baldini+Castoldi): è propria sua, cioè del nonno del nonno, la casa con la famosa terrazza del commissario che tutti gli italiani conoscono e amano grazie alla lunga immortale fiction tratta dai romanzi di Andrea Camilleri. Quella casetta nella quale Luca Zingaretti mangia, dorme, impreca al telefono, beve il vino, si asciuga tornato dal mare è reale.
Costanza DiQuattro ha pensato di scriverne con la passione acuta che viene dalla memoria della bambina che era quando, nei giorni d’estate, quella dimora un po’ isolata e magnificamente irrorata dal sole e dal mare significava ciò che per Proust era Combray – la lunga vacanza. E se lì la dimora era della zia, qui il grande protagonista è il nonno. «Ho cominciato a scrivere di lei, di queste mura, di questa terrazza che sfrontata si affaccia al mondo e vanitosa aspetta solo di essere ammirata, per raccontare un pezzo della vita, della mia vita, e un pezzo di storia che non è solo la mia storia ma quella di questa terra, di quest’angolo di Sicilia, di questa provincia vergine baciata dalla fortuna», scrive l’autrice, e si sente qui tutto quel tipo particolare di amore che i siciliani nutrono per la loro terra. Un amore nutrito come di una costernazione per la sua bellezza e la sua particolarità umana.
Dunque, la storia della casa di Montalbano ha un prima, lunghissimo nei secoli, e un dopo, quando la Rai e il grande regista Alberto Sironi la scoprono e già “la vedono” subito come la dimora del commissario di Camilleri. Fu un trauma, per il nonno. «Questa è casa mia!», gridò mentre il padre di Costanza DiQuattro perorava la causa di Sironi e della Rai. Non voleva, il nonno. Fu sua moglie, inaspettatamente, a convincerlo. La cosa si poteva fare. Però per l’estate doveva essere lasciata libera.
Il 27 giugno 2018 Costanza DiQuattro va a trovare “il Maestro”, cioè Andrea Camilleri, e gli espone le sue idee circa il libro che vuole fare. «Ma se ce l’ha tutto in testa perché non lo scrive?», le disse, spiazzandola per la sintetica e definitiva domanda, l’inventore di Montalbano che immaginiamo avvolto nel fumo delle immancabili sigarette. Così, la scrittrice ruppe gli indugi, e per fortuna. Dopo il clamoroso boom del Montalbano televisivo, la villetta è diventata meta di frotte di turisti, luogo di culto, anche adibita – al piano superiore – a bed and breakfast. È diventata una casetta di tutti gli italiani.
