È polemica in Sicilia sulla fine e il destino della fiction Il commissario Montalbano. Polemica che infuria nella terra dell’autore dei romanzi, Andrea Camilleri, e del suo personaggio più noto, che ha venduto 31 milioni di copie nel mondo, e che scoppia alla vigilia dell’ultima puntata della trasposizione televisiva, diventata negli ultimi anni il prodotto di punta e di maggior successo della serialità Rai. L’8 marzo andrà infatti in onda l’ultimo episodio, Il metodo Catalanotti, e non c’è nessuna notizia su Riccardino, l’ultimo romanzo pubblicato nel 2020, soltanto dopo la scomparsa di Camilleri. Sullo stop, e sul degno epilogo che meriterebbe la serie tv, è esploso dunque il caso.
Camilleri stesso lo diceva: “Il commissario Montalbano finirà con me”. Lo scrittore è morto a 93 anni il 17 luglio 2019 a Roma. Riccardino l’aveva scritto nel 2005. Era stato rimaneggiato nel 2016 e quindi pubblicato postumo dalla casa editrice Sellerio di Palermo, come chiesto dall’autore. Nessun progetto televisivo su quest’ultimo e il vuoto desta allarme e sconcerto soprattutto in Sicilia, nei luoghi del commissario, che dell’eco della fiction hanno visto un rientro economico e di visibilità rilevante.
La notizia è emersa dalle parole di Peppino Mazzotta, l’attore che nella fiction interpreta l’ispettore Giuseppe Fazio. “Il Montalbano televisivo è concluso – ha detto Mazzotta – Non credo si faranno altre puntate: le notizie che abbiamo ricevuto finora dicono così. Sono venute a mancare tutte le figure chiave. Anche se l’ultimo romanzo di Montalbano, Riccardino, non è stato girato, e io penso e ho sempre detto che sarebbe un dovere morale fare almeno quello, perché chiude la vicenda del commissario. Ma bisogna rispettare la decisione presa”. La notizia è passata un poco in sordina a livello nazionale, tutt’altro a livello locale, in Sicilia, in quelle zone che hanno fatto da sfondo e palcoscenico alle indagini del commissario di Camilleri, nel ragusano e nel siracusano.
“È impensabile e oltremodo irriverente nei confronti della memoria del grande maestro Camilleri pensare di non non realizzare un’ultima e definitiva puntata della straordinaria serie televisiva, tratta dai suoi libri”, ha lamentato Corrado Bonfanti, sindaco di Noto (Sr). “Il Val di Noto non può assistere inerme – ha detto all’ansa.it – a questa indecisione generale e deve farsi promotore e protagonista di un grande atto d’amore per il maestro, per la Sicilia e per milioni di ammiratori ed estimatori di storie ed intrecci tutti siciliani che si sviluppano tra i nostri palazzi, le nostre vie e i nostri monumenti”. Un appello dunque a “Luca Zingaretti e alla casa produttrice Palomar, dell’amico Carlo Degli Esposti, che devono trovare in noi amministratori del Sud Est tutta la disponibilità e l’entusiasmo per rendere possibile questo significativo e irrinunciabile gesto d’amore e di riconoscenza della nostra terra. Sono convinto che la Regione Siciliana, con in testa il nostro presidente Nello Musumeci, innamorato della cultura e della Sicilia, sarà della partita. Nessun protagonismo ma condivisione e spirito di squadra, con la stessa tenacia e determinazione che il commissario Montalbano ha sempre evidenziato nelle sue risolutive indagini”.
Dello stesso avviso Giuseppe Rosano presidente dell’associazione Noi albergatori Siracusa: “Il turismo di quest’angolo di Sicilia deve molto a questa serie e ci auguriamo che la nostra provincia possa ancora una volta ospitare le riprese del commissario Montalbano”. Rammarico espresso anche dal presidente dell’associazione politico culturale Ragusa in Movimento, Mario Chiavola: “Tutto lascia presupporre che dopo vent’anni, questa straordinaria esperienza per la nostra città e per la nostra provincia si sia conclusa. Sapevamo che un giorno sarebbe accaduto. Ma ora che non ci sarà più l’effetto Montalbano a trainare la notorietà del territorio reso celebre dalle bellezze barocche di cui ci pregiamo, saremo in grado di potere contare su una valida alternativa? – si chiede – “Manca ancora una visione complessiva su quello che si vuole fare. Ragusa è ancora oggi la città di Montalbano, la realtà urbana set cinematografico naturale della fortunata serie televisiva. Già da ora, però, sarebbe necessario predisporre le linee guida per un futuro che non è più tanto lontano”.
Soltanto una svista, distrazione? Oppure un ritardo nella produzione o una strategia di mercato? Si vedrà. Intanto la produzione dovrà fare i conti anche con Luca Zingaretti, l’attore romano che ha prestato la sua faccia per vent’anni al Commissario. Demotivato e sfiduciato, aveva fatto emergere, lo scorso agosto, le sue perplessità sul prosieguo della serie con altri episodi: “Non certo per il personaggio di cui mi sono innamorato profondamente. Penso abbia raccontato l’Italia degli ultimi vent’anni. È che in questi anni sono morti compagni di viaggio che per me erano fratelli, Andrea Camilleri, il regista Alberto Sironi, lo scenografo Luciano Ricceri, colleghi anziani. Le ultime regie le ho fatte io, ma non so se cedere il testimone e finire in bellezza o visto che siamo arrivati fino a qua fare gli ultimi ceno metri, se fare un anno sabbatico o dopo vent’anni un congedo definitivo”, aveva detto a Repubblica.
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