Sono stati attimi di follia quelli in cui Martina Patti, 23 anni, ha inferto 11 coltellate alla figlia Elena Del Pozzo, 5 anni a luglio, uccidendola. Dagli interrogatori alla mamma emergono solo tanti “non ricordo”. E poi il dettaglio drammatico: “Non ricordo perché mentre la colpivo ero girata e non volevo guardare”. Sono questi i particolari emersi dall’ordinanza con la quale è stato convalidato il fermo della donna. “Per la piccola è stata una lenta agonia, dalla madre nessun segno di pentimento”, scrive la giudice confermando che Martina Patti deve restare in carcere.
Il gip Daniela Monaco Crea prova a immaginare anche lo strazio della vittima. “Patti ha inferto più colpi d’arma da punta e taglio alla figlia, che è stata vittima di una morte violenta. Particolarmente cruenta e probabilmente lenta, alla quale è anche verosimile ritenere che abbia, pur solo istintivamente, tentato di opporsi e sfuggire… tutto induce a dedurre che la madre volesse uccidere e che il suo sia stato un gesto premeditato”, scrive nell’ordinanza citata dal Corriere della Sera.
E continua durissima nei confronti della mamma che per qualche ora ha mentito ma poi è crollata e ha confessato tutto: “Perché uccidere un figlio in tenera età e, quindi indifeso, oltre a integrare un gravissimo delitto, è un comportamento innaturale, ripugnante, eticamente immorale, riprovevole e disprezzabile, per nulla accettabile in alcun contesto… indice di un istinto criminale spiccato e di elevato grado di pericolosità”. Martina inoltre non ha manifestato segni di pentimento: “…ha inscenato il rapimento con estrema lucidità e non ha manifestato segni di ravvedimento e pentimento. Tutti elementi che denotano una particolare spregiudicatezza, insensibilità, assoluta mancanza di resipiscenza”. La definisce “lucida e calcolatrice” che, se non arrestata, “potrebbe darsi alla fuga”.
E c’è anche il rischio di “inquinamento probatorio”: “Tentativi di inquinare sono stati invero già compiuti sin dai momenti successivi l’omicidio, allorquando Martina Patti ha inscenato il falso rapimento, che ha caparbiamente sostenuto con i familiari e gli inquirenti ed essi potrebbero continuare se l’indagata fosse messa in libertà, tenuto conto che le indagini sono ancora in fase iniziale e che devono essere verificati l’orario e il luogo del delitto, gli spostamenti mattutini dell’indagata, attraverso la visione di eventuali telecamere poste nelle vicinanza dell’abitazione”, cita l’ordinanza Repubblica.
L’ordinanza ricostruisce quegli attimi di orrore. Alle 13 Martina va a prendere a scuola la figlia e la riporta a casa. Elena mangia un budino al cioccolato mentre guarda i cartoni sul cellulare della mamma. Poi la fa salire in auto e porta con sé un coltello, la pala, una zappa e cinque sacchi della spazzatura. Quindi si ferma a 600 metri da casa per compiere l’inimmaginabile. Poi torna a casa e si fa una doccia, si cambia i vestiti e va dai carabinieri per denunciare il finto rapimento da parte di tre uomini incappucciati. Riesce anche a far breccia la versione che potrebbe trattarsi di una ritorsione nei confronti dell’ex compagno, il papà di Elena. Poi il castello di bugie crolla inesorabilmente.
Martina ha ammesso di esserci rimasta male dopo aver visto sui social una foto dell’ex con la nuova compagna: “Elena mi ha detto che quando era con lui c’era anche lei”. Potrebbe essere stata la molla che l’ha portata a quel gesto estremo. Conferma l’ex: “Giorni fa Martina mi ha detto che Elena era arrabbiata con me perché la mamma le aveva fatto vedere una mia foto insieme alla mia compagna. Forse ho sbagliato, ma pure io ho fatto vedere a Elena le foto di sua madre con il suo compagno… credo che Martina provi ancora qualcosa per me”. E racconta che la sera prima del delitto Elena aveva dormito con lui e con la nuova compagna. Insomma la bambina era diventa un’arma impropria per ripicche reciproche. L’ordinanza svela infine che la mattina della confessione, il primo cedimento Martina ce l’ha con il padre, il quale aveva intuito qualcosa. “Dimmi la verità”, le chiede il genitore. E lei: “Papà poi va a finire che non mi volete più bene!”. E aggiunge: “La bambina non c’è più”.
