Quanto è già emerso dall’autopsia mostra un quadro agghiacciante. Martina Patti ha ucciso la sua bambina con 11 coltellate a Mascalucia. Ma la piccola non è morta sul colpo. Quando la madre ha cercato di far sparire il corpicino nella buca appena scavata probabilmente, la bambina era ancora viva, avvolta in cinque sacchi neri. Emerge dall’autopsia effettuata ieri nell’ospedale Cannizzaro dal medico legale Giuseppe Ragazzi, nominato dalla Procura di Catania.

Intanto il gip ha convalidato il fermo della Patti e ha disposto la misura cautelare in carcere. Le accuse sono omicidio premeditato e pluriaggravato, e occultamento di cadavere. Si terrà mercoledì 22 giugno, alle 17, presso la cattedrale di Catania, il funerale di Elena. La funzione sarà celebrata dal vescovo di Catania, monsignor Luigi Renna. “A Mascalucia avevamo predisposto tutto per l’organizzazione dei funerali della bambina – spiega Vincenzo Magra, il sindaco di Mascalucia – per esigenze dettate dai familiari della bambina però la funzione si terrà a Catania. Noi saremo comunque presenti, la polizia di Mascalucia in suo onore terrà un picchetto”. La piccola Elena poi, secondo quanto apprende LaPresse, verrà seppellita a Catania.

Il delitto è stato studiato nei dettagli: la donna, 23 anni, era andata a prendere la piccola all’asilo alle 13, con un’ora di anticipo, poi l’aveva portata a casa – una villetta in via Euclide, a Mascalucia – e l’avrebbe convinta a uscire di nuovo, dicendole che sarebbero andate in un campo a giocare. Invece, in auto aveva caricato una pala, una zappa, un coltello da cucina e cinque sacchi neri, della spazzatura. Elena sarebbe stata infilata in una delle buste e poi accoltellata. Con violenza, con crudeltà, sottolineano gli inquirenti.

“Quella donna ha agito con lucida freddezza – ha detto il procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro – I colpi sono stati inferti con un’arma compatibile con un coltello da cucina. E sono più di undici. Uno solo è stato letale, perché ha reciso i vasi dell’arteria succlavia, ma la morte non è stata immediata. Il decesso è intervenuto dopo più di un’ora dal pasto che la bimba aveva consumato a scuola intorno alle 13”. Ora, quindi, è possibile ricostruire con esattezza l’ora del delitto: le 14. La speranza degli inquirenti è che la piccola fosse stata sedata prima della mattanza.

Secondo quanto riportato dal Mattino, ieri i carabinieri del Ris hanno effettuato nuovi rilievi nella villetta di via Euclide e anche nell’area circostante, fondamentali per stabilire se effettivamente la piccola sia stata uccisa nel campo. Gli inquirenti avevano infatti ipotizzato che la piccola potesse essere colpita a morte dentro casa e che qualcuno potesse avere aiutato la madre a trasportare fuori il cadavere. Il sopralluogo è servito anche per cercare l’arma del delitto. Ma non è l’unico punto oscuro della vicenda: nemmeno il movente è chiaro. Per il momento si sospetta una vendetta nei confronti dell’ex compagno, che aveva presentato alla piccola la nuova fidanzata. “L’ho uccisa nel campo, ma non ricordo i particolari”, aveva detto la Patti lunedì notte, crollando davanti agli inquirenti dopo avere mentito per un’intera giornata dicendo che la piccola era stata rapita da uomini incappucciati.

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Laureata in Filosofia, classe 1990, è appassionata di politica e tecnologia. È innamorata di Napoli di cui cerca di raccontare le mille sfaccettature, raccontando le storie delle persone, cercando di rimanere distante dagli stereotipi.