La Manovra della discordia come i giorni della marmotta, la legge bilancio divide gli alleati ma non rompe la coalizione

Il Presidente del Senato Ignazio La Russa in occasione dell’esame della legge di bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2026 e bilancio pluriennale per il triennio 2026-2028. Senato, Roma Lunedì 22 Dicembre 2025 (foto Mauro Scrobogna / LaPresse) The President of the Senate Ignazio La Russa on the occasion of the examination of the State budget law for the 2026 financial year and the multi-year budget for the three-year period 2026-2028. Senate, Rome, Monday December 22 2025. (Photo by Mauro Scrobogna / LaPresse)

La quiete dopo la tempesta o forse il potere del trolley, segno tangibile delle vacanze in arrivo. Merito anche di Claudio Baglioni che dai banchi del Senato canta “La vita è adesso”, nella domenica voluta dalla seconda carica dello Stato Ignazio La Russa. Le note dell’eterno cantautore hanno preso il posto della confusione degli ultimi giorni, la manovra delle molte riscritture che si concretizza in un unico articolo e circa 970 commi. La collisione è stata sfiorata con il braccio di ferro sull’orlo del precipizio, tra il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti e i suoi colleghi di partito. Il motivo del contendere è noto: lo spostamento in là della finestra per la pensione anticipata e le modifiche del riscatto della laurea. “Colpa della manina di qualche tecnico”, derubricano ora da via Bellerio.

Si affida alla metafora del viaggio il capo del Tesoro: “Fai un giro tortuoso ma l’importante è arrivare al risultato, che si arrivi su, non c’è un’altra strada per giungere in vetta”. “Divergenze tra loro”, osserva il plenipotenziario di Fdi Giovanni Donzelli, “La compattezza della coalizione ha evitato il patatrac”. Una versione dei fatti che il capogruppo della Lega in Senato rigetta. “Fa comodo trovare il capro espiatorio tra di noi, ma non è questo il tema”, sillaba Massimiliano Romeo, autore della telefonata che ha fatto tornare indietro l’esecutivo. “L’importante è aver trovato la soluzione”, aggiunge. La pace comunque è conclamata. La benedice direttamente Matteo Salvini: “Non c’è alcun rischio di crisi di governo”.

Insomma, godetevi le vacanze. D’altra parte non c’è più spazio per altre sbandate: la manovra è approdata ieri a Palazzo Madama per uscirne oggi con il voto di fiducia, e passare alla Camera che dovrà liberarla entro il 30 dicembre. Se l’intervento sulle pensioni è stato debellato, c’è un’altra materia, uscita dal testo finale (per essere accolta in un ordine del giorno) che si dovrà recuperare. Ovvero la riapertura della sanatoria edilizia del 2003. Due le possibili soluzioni: un decreto ad hoc del governo nel nuovo anno o all’interno del disegno di legge per la riforma del Testo unico dell’edilizia atteso a breve in Aula. “Sarebbe la soluzione ideale” ammette Lucio Malan, capogruppo di Fratelli d’Italia al Senato. Sul maxi emendamento, via libera da Forza Italia: “La priorità ora è portare l’Italia fuori dalla procedura per deficit eccessivo e creare lo spazio per aumentare i salari e rafforzare il potere d’acquisto delle famiglie”, spiega Nazario Pagano, presidente della commissione Affari costituzionali di Montecitorio.

Per il senatore di Fratelli d’Italia, Marco Scurria, invece è un puzzle: “La manovra non è stata concepita per una valenza annua ma è stata studiata per aggiungere ogni anno un nuovo pezzo”. “Con l’oro agli italiani lasciamo un segno”, conclude. Negativo, per l’Istituto Friedman: “Piccoli interventi, bonus, aggiustamenti marginali e qualche sconto fiscale simbolico che produce l’effetto di distribuire consenso senza incidere sulle variabili decisive”. Di altro segno le critiche che piovono dal campo largo, in linea con l’urlo di Elly Schlein: “La manovra peggiore dagli ultimi decenni”. Un tono che la segretaria ha ribadito anche ieri: “La verità è semplice: questa manovra è sbagliata, la maggioranza ha fallito”. Sul fronte apocalittico la Cgil: “Un nuovo e grave attacco ai diritti dei lavoratori da parte del Governo”. Secondo la segretaria confederale Maria Grazia Gabrielli: “Con un emendamento alla legge di Bilancio, senza alcun confronto con le organizzazioni sindacali, si tenta di rendere più difficile la tutela dei salari e il recupero dei crediti retributivi. Zero benefici per i lavoratori, solo attacchi”. Riassume il capogruppo dem Francesco Boccia: “Tagli, accanimento contro lavoratori e pensionati e Mezzogiorno, privatizzazione dei servizi pubblici”.

La lista continua: “Sui livelli essenziali delle prestazioni, i Lep, il governo mette mano a sanità, istruzione, trasporti e assistenza sociale, dimostrando chiaramente l’intenzione di tagliare i servizi alla persona per fare risparmio sul bilancio dello Stato”. Si distingue la segretaria della Cisl, Daniela Fumarola: “Abbiamo già dato un giudizio articolato e lo confermiamo, perché abbiamo letto i testi del maxiemendamento e abbiamo trovato alcune risposte alle nostre richieste”. Sulle pensioni:É necessario aprire un tavolo di confronto costante e serrato”. Ultime ore di passione, oggi a mezzogiorno le dichiarazioni di voto. Poi il trasferimento alla Camera. Il tempo stringe.