Al ritorno delle vacanze può verificarsi spesso la cosiddetta “sindrome da rientro” legata al cambio di ritmi giornalieri cui il nostro organismo era adattato alla ripresa degli impegni lavorativi e allo stress conseguente, il che si traduce spesso nell’alterazione del ritmo sonno/veglia con un sonno di scarsa durata e qualità. Uno dei nutraceutici cui molte persone ricorrono per dormire meglio è la melatonina.

La Melatonina è un ormone prodotto endogenamente negli animali, nelle piante e nel nostro organismo tramite un aminoacido, il triptofano, dalla ghiandola pineale e nelle cellule intestinali la cui produzione diminuisce gradualmente con l’invecchiamento e può essere influenzata da vari fattori quali malattie, stile di vita, tipo di lavoro, cambi di fuso orario, luminosità degli ambienti dove viviamo e lavoriamo.

La melatonina è relativamente onnipresente in natura e si trova in maniera diffusa in diversi alimenti animali e vegetali tra cui verdure, frutta, noci, pistacchi, semi, cereali, vino e birra e anche in alimenti di origine animale come latte e latticini, uova, pesce e carne (manzo, agnello, maiale) ma gli effetti positivi ipotizzati – sia a livello di salute che in alcune patologie – sono ottenibili solamente con prodotti di sintesi che contengano dosi standardizzate di melatonina. Ma anche qui, come spesso avviene nel campo degli integratori, non sempre ciò che è scritto in etichetta corrisponde a ciò e quanto viene poi venduto al consumatore.

Numerosi studi, opinioni e linee guida hanno suggerito la melatonina come un nutraceutico di primaria importanza per migliorare la salute e il sonno dei lavoratori impegnati in turni notturni nei quali l’alterazione del ritmo sonno/veglia induce uno squilibrio degli ormoni dello stress, in particolare del cortisolo, con effetti negativi sul sistema immunitario e una maggiore predisposizione ad alcune malattie.

Lo stesso dicasi per le persone che per lavoro effettuano frequenti viaggi intercontinentali con conseguente “Disturbo da Jet Lag” nelle quali si è ormai dimostrato come l’uso della melatonina sia importante per normalizzare i ritmi circadiani ormonali dell’organismo. Dobbiamo però essere consapevoli del fatto che molti disturbi del sonno possono associarsi anche al sovrappeso, all’obesità, alle apnee notturne, alla menopausa, alla mancanza o all’eccessivo esercizio fisico, ad una alimentazione ipercalorica e ricca di grassi prima di coricarsi, all’eccesso di alcol, all’uso di tablet e smartphone.

Dunque sarebbe restrittivo limitarsi a prendere in considerazione solo la mancanza o la diminuzione di secrezione di questo ormone. In aggiunta al suo ben noto ruolo nel sonno, la melatonina è anche un’arma importante capace di contrastare lo stress ossidativo, eliminare molti radicali liberi ed è più potente di molti altri antiossidanti. Inoltre essa contrasta la degenerazione cellulare, modula i processi infiammatori e ha un’azione favorevole sul sistema immunitario al punto che viene considerata la “nuova Vitamina D” per le azioni spesso simili a livello dei vari organi e apparati.

Alla fine potremmo dire che abbiamo due potenti ormoni alleati della nostra salute: la Vitamina D (o ormone della luce) che produciamo tramite l’irraggiamento solare e la Melatonina (o ormone dell’oscurità) che invece produciamo nelle ore notturne. La melatonina, a livello cutaneo, contrasta gli effetti dannosi dei raggi UV, a livello gastrointestinale invece aumenta l’attività e la circolazione nella mucosa gastrica e migliora la motilità gastrointestinale nonché la rigenerazione dell’epitelio intestinale riducendo la sintomatologia in alcune malattie infiammatorie intestinali. Alcuni studi hanno evidenziato, infatti, la sua utilità nelle infezioni da Helicobacter pylori, nelle ulcere gastriche e duodenali e nella malattia da reflusso gastroesofageo.

Per ciò che concerne il tono dell’umore alcuni studi hanno evidenziato che nella depressione i bassi livelli di serotonina si correlano ai bassi livelli di melatonina e questo nutraceutico potrebbe essere di aiuto nei soggetti affetti da ansia e depressione per regolare il ritmo sonno veglia e la secrezione del cortisolo spesso alterati in queste patologie. In pazienti affetti da deterioramento cognitivo l’integrazione con la melatonina ha migliorato i risultati dei Test Psicometrici con un miglioramento della qualità e durata del sonno spesso alterato in queste patologie. Interessante è poi il potenziale ruolo della melatonina in alcune patologie oculari, essendo la retina il tessuto bersaglio che recepisce la luce e invia segnali alla ghiandola pineale per la produzione di melatonina. Sono stati infatti evidenziati effetti positivi in alcune forme di neurite oculare, nelle uveiti, nel glaucoma e anche nella degenerazione maculare della retina in età senile.

Nello sport molti studi hanno evidenziato un ruolo antinfiammatorio e antiossidante ascrivibile alla melatonina: come sappiamo gli atleti possono essere una popolazione che sperimenta attacchi di infiammazione acuta sia durante che dopo lo sforzo e la melatonina potrebbe supportare gli stessi nella gestione dell’infiammazione. È stato, inoltre, osservato in pazienti affetti da tumore al seno e al colon-retto che lamentavano stanchezza cronica, anemia, depressione, come l’integrazione di melatonina migliori la loro qualità di vita, la compliance alle terapie, lo standard di cura e mitighi la cascata infiammatoria neoplastica. Segnalazioni in letteratura – ma prive di vere evidenze scientifiche – sono state evidenziate nel campo di alcune patologie cardiovascolari, nelle ipercolesterolemie mentre nel metabolismo degli zuccheri e della conseguente secrezione insulinica i dati sono contrastanti.

Il dosaggio per l’assunzione giornaliera di melatonina è comunemente compreso tra 1 e 3 mg, tuttavia, in alcuni casi, dosi più basse – anche 0,5 mg – sono altrettanto efficaci. Per il jet lag “in arrivo” quindi si consiglia di seguire il ciclo del sonno del nuovo fuso orario, assumendo la melatonina trenta-sessanta minuti prima di coricarsi la prima notte e continuando per le tre-quattro notti successive e riducendo poi gradualmente la dose.

Nel caso invece della volontà di regolarizzare il ritmo sonno/veglia si raccomanda l’assunzione da 30 a 60 minuti prima di coricarsi e di evitare l’esposizione a tablets e smartphone che inciderebbero in maniera negativa sulla secrezione endogena e di evitare la sua contemporanea assunzione con la benzodiazepina che potrebbe dar luogo a stordimento mattutino, vertigini e nausea.

Inoltre da non trascurare le possibili interazioni con farmaci anticoagulanti, ipoglicemizzanti, antipertensivi, anticonvulsivanti, antidepressivi. In conclusione possiamo dire che assumere Melatonina può essere utile non solo per l’azione regolatrice sul ritmo sonno/veglia ma anche per la sua potente azione antiossidante in grado di contrastare quello stato di “infiammazione silente” che predispone a molte patologie ma la sua assunzione deve sempre essere effettuata valutando con il proprio medico le indicazioni e le eventuali controindicazioni.

Fabrizio Angelini

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