La morale a sinistra: Nicola Fratoianni e i dollari

Foto Roberto Monaldo / LaPresse

Nicola Fratoianni, leader di sinistra italiana, da anni combatte contro il finanziamento privato alla politica, in particolare dall’estero: “I leader politici, insieme ai social e ai media tradizionali, possono, più o meno intenzionalmente, prestare il fianco a interferenze straniere, contribuendo a diffondere disinformazione la quale può essere promossa da attori esterni come business e per trarre profitto”.

Tra queste interferenze straniere c’è quella della Social Chances Inc, una lobby americana che finanzia la campagna elettorale di candidati italiani interferendo nelle dinamiche politiche del nostro paese. E chi c’è tra i candidati finanziati da questa lobby americana? Proprio Nicola Fratoianni, che ha ricevuto dalla Social Changes un contributo di 110mila euro per la campagna elettorale che l’ha portato in parlamento con la lista cocomero insieme a Bonelli. E pensare che poco prima di ricevere questo contributo Fratoianni voleva vietarlo: “Depositata una PdL che impedisca a politici, partiti e fondazioni di ricevere finanziamenti da privati legati alla pubblica amministrazione ed enti, fondazioni o Paesi stranieri. La politica deve essere libera e indipendente” scriveva su twitter.

Al momento infatti e tutto legittimo, essendo vietato il finanziamento estero ai partiti, ma non ai singoli candidati. Nelle interviste, Fratoianni motivava la sua posizione: “In tutte le democrazie occidentali il tema dell’interferenza straniera nella vita democratica interna è oggetto di approfondito dibattito, al fine di trovare una soluzione che vi ponga rimedio. Una pdl – quella di Fratoianni- che vieti finanziamenti diretti o indiretti che arrivino da Stati esteri o loro emanazione giuridica, quali a titolo di esempio società a partecipazione pubblica, fondazioni, fondi sovrani, associazioni di promozione di interessi”.

Su questo argomento infatti Fratoianni nel 2019 ha anche scritto una lettera a Matteo Renzi: “Tutti che rischiano di diventare, in un modo o nell’altro, politicamente deboli, ricattabili, permeabili alle richieste del finanziatore di turno. Perché nessuno può negare che se un grande imprenditore finanzia un partito, una fondazione, un’associazione o un politico, in maniera cospicua, in quel momento si innesca un meccanismo di stretta dipendenza della politica dalle scelte e dalle volontà del finanziatore. C’è poco da fare. È il momento di dire basta” scriveva Fratoianni, ma valeva per gli altri e non per lui?

Noi abbiamo fatto la scelta politica di non richiedere e non accettare finanziamenti provenienti da imprese o da privati (se non donazioni liberale di poche decine di euro), proprio per poter essere liberi di esprimere la nostra opinione politica e poter incrociare le battaglie delle persone in carne e ossa che chiedono diritti. È un caso che Sinistra Italiana non figuri mai in questi elenchi? Non credo” questo fino al 2019, visto che invece nel 2022 anche Fratoianni ha preso 110mila euro dalla società Usa.

Come se non bastasse, Fratoianni ha anche proposto di varare una commissione d’inchiesta parlamentare con il compito di “raccogliere gli elementi utili per chiarire tutte le forme e le modalità di finanziamenti e/o di erogazioni liberali in favore di associazioni e fondazioni italiane da parte, diretta ed indiretta, di persone riconducibili a governi stranieri”. Come la Social Changes.

Lobby che non si sa dove prenda i soldi, dato che non rivela i nomi dei sottoscrittori, ma che da anni finanzia campagne elettorali di candidati di sinistra, tra cui quella di Elly Schlein per l’Emilia Romagna. Anche se ci sono candidati, come Andrea Romano, che hanno rifiutato il finanziamento dalla Social Changes. Ma non è il caso di Fratoianni che invece 110mila euro dalla lobby americana li ha presi, per poi fare la morale agli altri.