La rete pro-Pal sequestra l’Italia. Pochi militanti ideologizzati hanno trasformato il Paese in un palcoscenico per Hamas, in nome dell’odio contro Israele e della violenza. Collettivi che hanno bloccato gli ingressi degli atenei, universitari che hanno occupato la facoltà di Lettere della Sapienza, porti presi di mira, tangenziali bloccate, stazioni trasformate in campi di guerriglia urbana. Inevitabili gli scontri con le forze dell’ordine, costrette a respingere con la forza gli assalti dei teppisti.
È questo il clima in cui ieri è andato in scena lo sciopero generale «per la pace a Gaza». La «mobilitazione legittima» ha calato la maschera e ha mostrato il suo vero volto: un attacco deliberato alla vita quotidiana di pendolari, studenti, famiglie e turisti. Durissima la presa di posizione della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni: «Violenze e distruzioni nulla hanno a che vedere con la solidarietà e non cambieranno di una virgola la vita delle persone a Gaza. Mi auguro parole chiare di condanna da parte degli organizzatori dello sciopero e da tutte le forze politiche». E in serata sono arrivate le parole della segretaria del Pd, Elly Schlein: «Non ho difficoltà a condannare la devastazione della stazione e il ferimento di 60 agenti. Però non possiamo accettare che la violenza di qualche centinaio copra le decine di migliaia che pacificamente hanno manifestato». Lo stesso ha fatto il leader dei 5 Stelle, Giuseppe Conte: «Condanniamo con fermezza i fatti di violenza, però il governo si concentri su quello che è un grido diffuso a favore dello stop al genocidio».
Deltaplano in volo a Calenzano: «Richiama il 7 ottobre»
Furibonde polemiche a Calenzano, in provincia di Firenze: un deltaplano si è alzato in cielo e ha sorvolato il corteo, che ha applaudito in festa. «Do you remember?», ha chiesto Giuseppe Flavio Pagano su Instagram. E sì, il video del noto attivista social pro-Pal ha scatenato la reazione dell’associazione Italia-Israele di Firenze: «Non è un gesto folkloristico, ma un richiamo diretto agli attentati terroristici con cui Hamas il 7 ottobre ha massacrato e rapito centinaia di creature innocenti, scendendo anche dal cielo con i deltaplani».
Guerriglia urbana a Milano
La Stazione Centrale di Milano è diventata un campo di battaglia. I manifestanti hanno cercato ripetutamente di forzare l’ingresso principale, lanciando oggetti contro gli agenti e accendendo fumogeni. Turisti e pendolari, intrappolati tra urla e caos, hanno provato a mettersi in salvo scavalcando cancelli e ostacoli. La polizia è intervenuta con cariche e una pioggia di lacrimogeni, riuscendo a disperdere i gruppi più aggressivi. Alcuni presenti hanno bruciato una bandiera degli Stati Uniti nei pressi del Consolato, in via Principe Amedeo, al grido di «Fuori l’Italia dalla Nato». Walker Meghnagi, presidente della Comunità Ebraica di Milano, contattato dal Riformista, punta il dito contro la sinistra: «È una vergogna. Questi delinquenti che hanno distrutto la Stazione Centrale vengono sostenuti e incoraggiati da 5 Stelle, Pd, Avs e Cgil. Solidarietà immensa a tutte le forze dell’ordine». «Il vandalismo non trova giustificazione e certamente non aiuta la causa di Gaza», ha condannato il sindaco Giuseppe Sala.
Maria Chiara Gadda, deputata di Italia Viva, ha testimoniato con i suoi occhi la «sassaiola dei manifestanti» e ha denunciato i teppisti, «a cui poco interessa della tragedia che si sta consumando a Gaza, sono interessati solo a trovare occasioni di scontro». Come se non bastasse, vicino alla scuola ebraica c’è chi ha sfilato con una bara. «La mente va alla bara esibita nel 1982 durante una manifestazione sindacale davanti alla Sinagoga di Roma, che precedette di pochi mesi l’attentato palestinese che provocò la morte del piccolo Stefano Gay Tachè», ha fatto notare Noemi Di Segni, presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane.
Lo sciopero fa flop
Nonostante il clamore mediatico, lo sciopero generale ha avuto una portata minima. Treni regionali sotto il 20% di cancellazioni, Intercity e Frecciarossa quasi intatti, metropolitane e tram con adesioni ridicole. A Roma solo il 23,7% del personale Atac ha partecipato. Il vicepresidente del Consiglio, Matteo Salvini, ha certificato il flop della mobilitazione: «È un sindacato di base, di estrema sinistra, la cui ultima adesione è stata sotto al 7%. I numeri del settore ferroviario sono in calo rispetto a tutte le ultime indizioni di sciopero». E ha evocato la possibilità di ripensare la normativa dello sciopero per evitare «una giungla» ai danni dei lavoratori: «Il diritto allo sciopero è sacrosanto, ma una minoranza non può lasciare a piedi la maggioranza». Anche Tullio Ferrante, sottosegretario al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, ha invitato i sindacati al buonsenso per evitare che una parte politicizzata trasformi il diritto allo sciopero in uno strumento di caos: «Minare la libertà altrui in maniera così demagogica e strumentale è del tutto irresponsabile».
