La sottosegretaria all’Università Augusta Montaruli si è dimessa dopo la condanna definitiva per l’uso improprio dei fondi dei gruppi consiliari del Piemonte negli anni dal 2010 al 2014. “Ho deciso di dimettermi dall’incarico di Governo per difendere le istituzioni certa della mia innocenza”, ha spiegato in una lettera la sottosegretaria all’Università e alla Ricerca del governo Meloni. 39 anni, secondo la sentenza Montaruli avrebbe usato circa 25mila euro di fondi pubblici per pagare cene e acquistare vestiti e altri oggetti. Il suo partito: “A Fratelli d’Italia la morale non la fa nessuno, tantomeno la sinistra del professionale malcostume”.
“Se ciò non avvenisse – ha commentato Montaruli – sarei come coloro che vorrebbero demolito il senso dello Stato, rendendolo debole con una ricerca costante di una giustificazione alle proprie azioni, sentendosi moralmente superiori o cercando di piegare le norme ai comportamenti, addirittura ostentando clemenza verso chi agita l’arma del ricatto e per scappare dalla legge si vorrebbe ridisegnare vittima, rimanendo nell’ombra davanti alla ‘protesta più forte’ di chi la vita se l’è tolta davvero poco più di un anno fa. Tutto questo sì è stato decisamente imbarazzante”.
La Corte di Cassazione ha confermato la condanna per peculato: il caso riguardava l’uso improprio dei fondi dei gruppi consiliari del Piemonte negli anni dal 2010 al 2014. Applicato uno sconto di pena di un mese rispetto a quanto stabilito dalla Corte d’Appello di Torino nel 2021, un anno e sei mesi invece che un anno e sette mesi. La notizia era stata anticipata dal Tg Regionale del Piemonte. “Ha finalmente fine un processo che è durato ben undici anni, per fatti che risalgono a 13 anni fa, articolato in cinque gradi di giudizio, con un’assoluzione piena in primo grado ed un esito ieri contrario. Mi riservo di valutare l’opportunità di un ricorso alla Corte di Giustizia Europea”.
Confermate anche le condanne per l’ex presidente della Regione, il leghista Roberto Cota (un anno e sette mesi), e per l’ex deputato ed ex sindaco di Borgosesia, Paolo Tiramani, sempre della Lega, (un anno e 5 mesi). “Considerata la particolarità dell’inchiesta non ho aspettato il giudizio dei magistrati per non rinviare sine die una valutazione attenta delle mie responsabilità politiche – aggiunge la deputata di FdI -. Se poi anche in punta di diritto oggi mi potessi sedere formalmente dalla parte della ragione non mi sentirei altrettanto sollevata in coscienza; non so francamente come facciano coloro che non essendo esenti dalle medesime responsabilità politiche se ne sono sottratti per tutti questi anni, nascondendosi nel silenzio o addirittura oggi parlandone a sproposito. Ciò nonostante non ho mai paragonato la mia vicenda a quella di altri per cui stranamente non è mai iniziata: non dovevo essere io ugualmente alleviata ma loro sottoposti allo stesso metro di giudizio. Non sono mai scappata. Non lo farò ora“.
Fratelli d’Italia ha accolto le dimissioni di Montaruli con una nota congiunta dei capigruppo Tommaso Foti e Lucio Malan. “La conosciamo fin dalla gioventù e ben sappiamo quanto ha sempre dato in termini di impegno per le battaglie della destra, mai risparmiandosi e sempre mettendo a servizio della stessa idee e progetti. Nel momento in cui, con una scelta personale, decide di lasciare questo ruolo che si era guadagnata sul campo, la abbracciamo con l’amicizia di sempre. La aspettiamo attiva e determinata, sia nel gruppo parlamentare sia nel partito, perché continui ad essere punto costante e prezioso riferimento e a trasfondere quell’entusiasmo che le deriva da una disinteressata passione. Gli avvoltoi, che pensavano di poter speculare politicamente e personalmente su una vicenda che ha toccato tanti, anche tra coloro che si erigono a censori, e colpito pochi, sono serviti“.
