Il sindacato sempre meno sindacato
Landini sempre più isolato, dopo i lavoratori anche Bombardieri (Uil) scarica la Cgil
Quando Maurizio Landini ha alzato il pugno annunciando lo sciopero generale “tempestivo” per la Flotilla verso Gaza, si condannava alla solitudine. O quasi. Al suo fianco non c’erano i compagni della triplice sindacale, ma quelli del quartetto con Usb, Cub e Cobas. Una foto che dice tutto: la Cgil definitivamente votata al conflitto permanente, come un centro sociale qualsiasi.
La Uil e la solidarietà concreta
Per quanto si possano smorzare i toni della comunicazione, la frattura con Uil e Cisl non poteva essere più netta. Pierpaolo Bombardieri, con pragmatismo tipicamente riformista, ha scelto la strada della solidarietà concreta: “Noi abbiamo fatto la scelta di una raccolta fondi che indirizzeremo a chi gestisce la chiesa di Gaza”. Nessuno sciopero politico, nessuna piazza urlante.
Solo l’aiuto silenzioso a chi soffre. “Pensiamo sia necessario unire, fare tutti gli sforzi per abbassare il livello dello scontro”, ha spiegato il leader Uil, marcando una distanza dall’approccio massimalista di Landini. La Cisl di Daniela Fumarola è stata ancora più esplicita: “Assolutamente no” allo sciopero politico. Due organizzazioni che rappresentano milioni di lavoratori hanno scelto di non seguire la deriva ideologica della Cgil. C’è Gaza di cui parlare, ma in un Paese reale preoccupato per i rinnovi contrattuali, i salari fermi, la crisi industriale che morde da Stellantis all’ex Ilva.
Il realismo che non piace a Landini
Così, mentre in piazza scendono studenti e centri sociali, nelle fabbriche va in scena il realismo. I dati parlano chiaro: percentuali di adesione bassissime nonostante il tam tam mediatico. Come ammette candidamente il segretario della Filt-Cgil: “C’è stata una distanza tra la reazione della società civile e il mondo del lavoro”. Il problema è che ci sarà qualcuno ancora convinto che i lavoratori vadano “educati”.
Landini ha barattato l’unità sindacale con l’abbraccio ai massimalisti del “blocchiamo tutto”. Ma bloccare cosa? Il sindacato che fu di Di Vittorio e Lama si ritrova a rincorrere le parole d’ordine dell’antagonismo, perdendo il contatto con chi rappresenta. La Uil di Bombardieri, invece, dimostra che si può essere solidali senza trasformare una tragedia in pretesto per il conflitto ideologico. È la differenza tra chi fa sindacato parlando alla politica e chi fa politica parlando sempre meno al sindacato.
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