Le amnesie di Repubblica sul caso Open

Per anni Il Fatto Quotidiano, anche dalle pagine di questo giornale, è stato preso di mira perché intriso di giustizialismo e giornalismo parziale. Ieri però Repubblica è riuscita a fare molto di peggio.

La sentenza della Corte costituzionale sul caso Renzi non è certo una notizia di poco conto, non tanto perché riguarda Matteo Renzi ma perché ha sancito un principio che suona più o meno così: i pm non possono trattare la Costituzione come carta straccia e se vogliono avere accesso alla corrispondenza di un parlamentare, devono chiedere l’autorizzazione alla Camera di appartenenza.

Eppure Repubblica non ha trovato neppure un piccolo spazio per riportare la notizia, unico quotidiano a “bucarla”. Eppure Liana Milella aveva firmato più articoli sulla vicenda, orientati e orientativi, si potrebbe dire. E ancora, il quotidiano ha dato ampio spazio alla teoria fantasy della Procura di Firenze che vorrebbe incolpare Berlusconi per le stragi di Mafia.

Ha dato spazio negli anni a intercettazioni, veline che dalle procure miracolosamente finivano nelle scrivanie dei giornalisti, ma guarda un po’, si è scordata di riportare la notizia dello schiaffone che la Consulta ha assestato a Turco e Nastasi.

In effetti, nessuna sorpresa: dalle pagine di Repubblica sono partite campagne giustizialiste ben peggiori di quelle orchestrate da Travaglio. Peggiori perché quando leggi Il Fatto Quotidiano, sai che hai davanti un foglio fortemente parziale, house organ dei grillini.

Al contrario, Repubblica è il grande giornale che ha la fama, pur se con una linea editoriale ben marcata, di produrre informazione autorevole. Evidentemente, una fama non meritata se oramai non sembra distinguersi da Questione Giustizia, la rivista di Magistratura Democratica.