Le due vite di Massimo Artini, da deputato grillino a lobbista nel settore Difesa. Le missioni riservate e i dubbi sui server di Sinapsi

Borges diceva che “ogni uomo ha diritto a due vite, quella che vive e quella che sogna”. Sembra il caso delle due vite di Massimo Artini: prima deputato grillino – inizialmente tra i “duri e puri” della legislatura 2013-2018 – poi lobbista nel settore Difesa. Prima fiero avversario di armi e sistemi d’arma, poi loro sostenitore. Prima con Beppe Grillo, poi tra i dissidenti. Sarà espulso dal M5S con l’accusa di non aver corrisposto puntualmente le “restituzioni” previste, farà ricorso ma rimarrà fuori dal perimetro grillino, con il gruppetto dissidente di Alternativa Libera.

Il 26 giugno 2013, parlando alla Camera, fu il protagonista di una intemerata filippica contro la spesa per gli F35: “Non si può mai portare la pace con le armi. Serve non solo impedire che si scocchi la freccia, bisogna impedire che ci sia l’arciere”, gridava in aula. Il video di quella supplica per il disarmo rimane negli annali dell’Istituzione da quando si è dotata di un canale tv. E rieccolo, Artini, nel febbraio 2015: quando in Parlamento approda la mozione per riconoscere la Palestina, il deputato toscano è tra i primi firmatari che la promuovono insieme a Carlo Sibilia e Alessandro Di Battista. Impegnato sul fronte del disarmo prima, iperattivo su quello del riarmo dopo. Perché come il Dottor Jackill e Mr. Hide, Massimo Artini nella sua seconda vita ha fatto l’esatto opposto di quanto faceva nella prima. E si sa, non c’è niente di peggio di un prete spretato. Oggi non c’è tavolo d’affari o incontro relativo al settore militare in cui Massino Artini, riposta la kefiah, archiviata la variopinta bandiera pacifista, non sia presente. Come se qualcuno, dalle parti di via XX Settembre, gli avesse strizzato l’occhio.

C’è chi maligna di una sintonia particolare tra Artini, tesoriere di Laran Business Srl, e i vertici della Direzione Nazionale degli Armamenti. La Vice Segretario generale della Difesa, Luisa Riccardi, voluta da Graziano Delrio ai vertici di Enac e promossa da Lorenzo Guerini come sua vicecapo di Gabinetto alla Difesa, vigila con attenzione. Ma qualche faro – anche mediatico – è stato acceso. Perfino Corrado Formigli, conduttore di Piazza Pulita su La7, ha parlato della singolarità del caso Artini. Che malgrado i trascorsi militanti gode di generose aperture e inusuali disponibilità in un ambito delicatissimo come quello della Difesa. Si vocifera addirittura di una missione riservata in Ucraina – la “DFNC2” – in cui, tra gli imprenditori dell’industria militare e i funzionari governativi, anche Massimo Artini avrebbe preso parte al viaggio.

Se la missione, coperta dal massimo riserbo, appare dedicata all’individuazione di consorzi di imprese nell’ambito dei veicoli blindati, delle armi pesanti e della componentistica dual-use, sono state adottate le doverose cautele per scongiurare che qualche voce dal sen fuggita non finisca per giungere a Mosca? L’appeal di Artini, d’altronde, sembra irresistibile: nel 2023 Laran Business stringe un accordo con AIAD (Associazione delle Industrie per l’Aerospazio, la Difesa e la Sicurezza) di cui è presidente Giuseppe Cossiga, per la fornitura di Organization Handler, uno strumento presentato come piattaforma di gestione dati per attività HUMINT (intelligence umana) e OSINT (intelligence open-source). Dopo una fase di test in AIAD, il sistema viene esteso anche al Ministero degli Esteri. Non sono pubblici i termini dell’accordo: durata, costi, effettiva destinazione d’uso. E c’è chi adombra un certo livello di rischio: la piattaforma Organization Handler risulta amministrata dal server SINAPSI, come visibile dall’indirizzo orghandler.aiad.it.

Un sistema nato per altri scopi – a volte i cicli della storia tornano da dove erano partiti – come la democrazia partecipativa. Tema non da poco: Sinapsi è un’associazione no-profit, Organization Handler è un prodotto commerciale (che diventa governativo). Lecito dunque chiedersi chi gestisce i dati. Chi controlla i server Sinapsi, ha accesso anche ai dati di AIAD e della Farnesina? Il database Organization Handler vanta un archivio impressionante: 72 organizzazioni, 32.929 persone profilate, 36.518 incarichi tracciati. Se fossero dati sensibili inerenti a operativi e operazioni governative, forse meriterebbero di essere blindati meglio.