“Per me questo è un sequestro di Stato”. Non usa mezze parole Salvatore Di Nardo, padre affranto per l’allontanamento di suo figlio, inserito in un programma di Protezione (Art. 17) assieme alla madre, dalla sera alla mattina, senza che Salvatore ne sapesse nulla.
Dal 17 settembre non vede il suo bambino di 8 anni, tenuto in una località protetta assieme alla madre, che durante il lockdown aveva conosciuto e iniziato a frequentare un collaboratore di giustiza, tramite il web. “Il 17 settembre, torno a casa per andare a prendere mio figlio e scopro che due voltanti della polizia erano passate poco prima a prendere la mia ex compagna con mio figlio”.
Da quel momento Salvatore ha mosso tutte le vie legali del caso, ritenendo assurdo che di fronte ad una scelta della madre così penalizzante per il bambino, come vivere sotto protezione, non si sia optato per un affidamento al padre, padre che non è stato invece neppure avvisato: “ Riesco ad avere notizie solo tramite avvocati da 3 mesi, ma è assurdo che un genitore non possa sapere nemmeno in quale località sia suo figlio, né il motivo per cui sia stato deciso di inserirlo in questa situazione così penosa per un bambino, a fronte di un padre che potrebbe accudirlo e che non si sottrae”.
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