Lo sport allunga la vita dei vertici federali

Marco Mezzaroma e Diego Nepi Molineris. Questa l’accoppiata vincente della nuova governance di Sport e Salute, società in house del governo per la promozione dello sport, che gestisce il parco del Foro Italico, è proprietaria dello stadio Olimpico e dal 2018 ha distribuito sotto l’egida del ministero della Finanze i contributi alle federazioni sportive. Il ministro Andrea Abodi e l’esecutivo hanno sciolto il nodo delle nomine, dando vita a una struttura diversa dopo gli anni di Vito Cozzoli, che riuniva in sé le due cariche.

La continuità è assicurata dalla figura di Nepi, già dg della società e con una lunga esperienza nel marketing sportivo, nell’organizzazione di eventi (da Casa Italia ai Giochi al Golden Gala, passando per piazza di Siena) e nella gestione degli impianti. La novità invece, dopo le tante indiscrezioni su candidature alla presidenza e rinvii (che avevano portato Abodi a ventilare l’ipotesi commissariamento), è il nome di Marco Mezzaroma.

Cinquantasei anni, considerato vicino alla famiglia Meloni, figlio di Gianni e nipote di Pietro – due dei tre fratelli noti a Roma per la loro impresa di costruzione oltre che per la breve esperienza del secondo al fianco di Sensi come proprietario della Roma, di cui Marco è stato ad – il nuovo n.1 di Sport e Salute ha acquisito la parentela del presidente della Lazio: la sorella Cristina è infatti divenuta signora Lotito.

E con il cognato Mezzaroma ha anche riassaporato il calcio di vertice dal 2011 al 2021, dividendo la proprietà della Salernitana rilevata dopo il fallimento e ceduta, gioco forza, a seguito della promozione in A. “Si conferma l’era dei cognati”, ironizza su Twitter il deputato Pd Mauro Berruto, facendo riferimento alle correlazioni di famiglia della premier nell’esecutivo.

Il nuovo Presidente di Sport e Salute è il cognato di Claudio Lotito. Sì, proprio quel Lotito”. Quello di Marco Mezzaroma è un nome noto, soprattutto nella Capitale. Dopo la separazione da Mara Carfagna, quando lei era ministro del governo Berlusconi, ha proseguito la sua attività imprenditoriale nel settore costruzioni. Prima della ratifica delle nomine dell’assemblea di Sport e Salute, che potrebbe essere convocata per la fine della prossima settimana, si passerà per il parere parlamentare delle commissioni cultura di Camera e Senato, le cui convocazioni sono già partite in giornata.

E a proposito di commissioni parlamentari e governance dello sport, quelle lavoro e affari costituzionali hanno dato il via libera all’emendamento che supera il problema del tetto oltre il terzo mandato federale: dal quarto, servirà la maggioranza dei due terzi dei voti: Sport e salute sono, d’altronde, un binomio perfetto. Un elisir di lunga vita. Come quella di cui beneficiano i presidenti delle federazioni sportive: con un emendamento notturno sul decreto ‘Pubblica Amministrazione 2’ a prima firma del deputato Raffaele Nevi (Forza Italia) salta il limite massimo di tre mandati (ovvero 12 anni) per i presidenti delle federazioni sportive. E si allunga la vita da presidenti degli attuali titolari.

È su tutte le furie – anche su questo – il dem Mauro Berruto: “Sono personalmente disgustato. Il meccanismo elettorale delle federazioni sportive, il sistema elettivo più medievale del Paese, rilancia: perfino i tanti presidenti federali (in totale uomini al 98%) che sono attualmente in carica da sei mandati, ovvero da quando in Italia esisteva ancora la Lira, hanno di nuovo via libera”. “Basterà, per essere eletti all’infinito, ottenere i due terzi dei ‘voti validamente espressi’ (chi ha visto un’elezione federale sa di cosa parlo: scatoloni di deleghe e pullman stipati per portare le persone alle urne) – aggiunge Berruto -. Questo escamotage da sepolcri imbiancati diventerà un’ulteriore clava contro eventuali minoranze che si propongano come tentativo di cambiamento. È letteralmente una vergogna, le federazioni riescono, grazie a questo governo, ad alimentare il proprio sogno di diventare monarchie assolute”.