Lotito show, il comizio in Molise a suon di gaffe: “Non lo conosco, ma mio nonno era abruzzese di Amatrice” (che ora è nel Lazio)

Con una battuta è riuscito nell’impresa di compiere una gaffe e mezza. Parliamo di Claudio Lotito, vulcanico presidente della Lazio e candidato con Forza Italia nel collegio uninominale del Senato nel piccolo Molise, con grande insoddisfazione degli attivisti locali del partito che hanno dovuto fare i conti con la candidatura imposta dall’alto dello stesso Lotito e del leader dell’Udc Lorenzo Cesa (alla Camera).

Intervenendo al Centrum Palace di Campobasso per la presentazione dei candidati di Forza Italia, davanti allo stato maggiore del partito, Lotito nel corso del suo discorso è incappato in uno scivolone imbarazzante: “Lo ammetto, non conosco il Molise ma quando mi hanno indicato per la Regione sono stato onorato perché le mie origini, mio nonno materno, era abruzzese di Amatrice”.

Dunque nessuna conoscenza del Molise, ma qualche problemino anche col Lazio: Amatrice infatti fa parte della provincia di Rieti. Lotito poi, contattato dal Corriere della Sera, ha replicato sottolineando (a ragione) che Rieti fa parte della provincia di Rieti ‘solo’ dal 1927, anno di creazione della Provincia sotto il regime fascista, mentre in precedenza il territorio era parte della provincia de L’Aquila.

“Conoscendo benissimo Amatrice, dove ho una bellissima azienda agricola da 300 ettari e tre ville, ho affermato a ragion veduta che è territorio abruzzese perché quando mio nonno è nato, e parlo dell’Ottocento, faceva parte degli Abruzzi e della provincia de L’Aquila. Anzi, c’è un tentativo di referendum per riportare Amatrice a L’Aquila”, prova a giustificarsi l’imprenditore.

Nel suo intervento a Campobasso Lotito, tirando in ballo il ‘tormentone’ del “Molise non esiste”, ha sottolineato come quello molisano sia “un territorio fantasma”. “Oggi per venire qui ho impiegato un sacco di tempo, ho visto le strade che sono quelle degli anni ’60, ma proprio non è possibile valorizzare il territorio senza infrastrutture all’altezza”, le parole del presidente della Lazio e candidato di Forza Italia.

Quindi un passaggio calcistico, rievocando un episodio del 1987, quando la Lazio con uno spareggio contro il Napoli provocò la retrocessione del Campobasso, evocando un possibile “risarcimento” ai tifosi rossoblù, che hanno visto questa estate il club venire escluso dal prossimo campionato di serie C.

“Non è possibile che il Molise non abbia una squadra tra i professionisti. Non sono venuto qui dicendo che compro il Campobasso per prendere i voti, no. Io dico solo che sono a disposizione, anche con un coinvolgimento in prima persona, perché voglio, questo lo dico da candidato e spero da eletto ma dipenderà da voi, che il Campobasso torni nel calcio professionistico: i tifosi meritano questo”, le parole di Lotito che hanno provocato ulteriore bufera.