Si sono chiuse alle 20 le liste dei partiti che sono pronti a sfidarsi nelle urne il 25 settembre prossimo, quando gli italiani saranno chiamati a votare i loro rappresentati in Parlamento per la nuova legislatura.

Tra bocciature e new entry, vediamo dunque quali sono i nomi che sono stati  presentati in Corte d’Appello nelle liste dei candidati per collegi uninominali e listino proporzionale.

Il centrodestra

Partiamo dai leader dei partiti di coalizione. Giorgia Meloni ha scelto di presentarsi all’uninominale della Camera in palio all’Aquila, in Abruzzo, e in cinque altri collegi nella parte proporzionale. Il segretario della Lega Matteo Salvini sarà schierato invece al Senato, nei listini del proporzionale e a Milano, nella sua città. Per Forza Italia, Silvio Berlusconi è invece capolista in Piemonte, Lazio, Campania e Lombardia e all’uninominale di Monza.

Quanto agli altri nomi, spiccano in Fratelli d’Italia nomi dell’era berlusconiana. Nelle liste, che vedranno la riconferma pressoché totale degli attuali parlamentari uscenti, ci sono l’ex ministro dell’Economia Giulio Tremonti, l’ex magistrato Carlo Nordio, ma anche l’ex presidente del Senato Marcello Pera. Spazio anche a Nello Musumeci, governatore uscente della Sicilia, alle ex campionesse di sci Barbara Merlin e Lara Magoni e al nipote di Guido Crosetto, Giovanni, consigliere comunale a Torino. Proprio a Torino fa discutere la candidatura di Fabrizio Comba, ex console onorario della Bielorussia, che lasciò l’incarico dopo l’invasione russa dell’Ucraina. Particolare anche la scelta di candidare il critico d’arte Vittorio Sgarbi all’uninominale di Bologna contro Pier Ferdinando Casini, piazzato lì dal Partito Democratico. Nelle liste di FdI saranno candidati anche l’ex ministro degli Esteri Giulio Terzi di Sant’Agata e Eugenia Roccella, fondatrice del Family Day, oltre al prefetto Giuseppe Pecoraro.

In Forza Italia sono tante le polemiche interne per i tanti piazzati in posizioni ‘scomode’, tra poche chance di rielezioni e bypassando i candidati del territorio: la truppa azzurra si ridurrà dai 123 uscenti a 50-70, stando alle proiezioni, in molti sono rimasti o rimarranno fuori dai giochi. Non è il caso della presidente del Senato Elisabetta Casellati, ‘imposta’ in Basilicata ai danni di Giuseppe Moles, candidato lucano del partito, mentre nel ‘suo’ Veneto è stata piazzata la bolognese Anna Maria Bernini. Altro territorio in ebollizione è il Molise, dove gli azzurri hanno candidato all’uninominale al Senato Claudio Lotito e Lorenzo Cesa in quota Udc alla Camera, non esattamente espressione del partito locale. Tra i nomi a sorpresa di Forza Italia spiccano quello di Rita Dalla Chiesa, candidata in in Puglia, e Maurizio Casasco, presidente di Confapi, a Brescia. Ovviamente tutelati i ‘big’ del partito: Berlusconi ha candidato la compagna Marta Fascina nel proporzionale in tutta la Campania alle spalle di Antonio Tajani che guida le circoscrizioni, ma le spetta anche un uninominale a Marsala. Collegi blindati anche per Licia Ronzulli (Como), lo stesso Tajani (Velletri), ma anche il medico personale Alberto Zangrillo. L’ex sindaco di Verona Flavio Tosi sarà il capolista per Forza Italia nel collegio plurinominale alla Camera della sua città.

Anche nella Lega non mancano i mugugni e le esclusioni. A partire Toni Iwobi, primo eletto di origine africana al Senato ed escluso dal Carroccio. In posizione complicata anche Simone Pillon, senatore noto per le sue posizioni ultra-cattoliche: è in seconda posizione in Umbria e senza il ‘paracadute’ dell’uninominale. Posti ‘blindati’ per i big del Carroccio: per Montecitorio c’è Giancarlo Giorgetti all’uninominale della Lombardia e con lui Andrea Crippa, in Piemonte la prima scelta è Elena Maccanti, mentre in Liguria Edoardo Rixi. Resta fuori l’ex presidente del Copasir Raffaele Volpi, così come il responsabile Enti locali del partito Stefano Locatelli o Paolo Grimaldi: tutti, non è un caso, tutti considerati vicini all’attuale ministro per lo Sviluppo economico Giorgetti.

Il centrosinistra

Enrico Letta, segretario del Partito Democratico, sarà il capolista nel proporzionale della Camera in Lombardia e in Veneto, l’economista Carlo Cottarelli sarà capolista al Senato a Milano, mentre il professore e microbiologo Andrea Crisanti sarà capolista in Europa. Ripescato il costituzionalista Stefano Ceccanti per il collegio uninominale di Pisa alla Camera grazie al passo indietro di Nicola Fratoianni, il leader di Sinistra Italiana che dovrebbe giocarsi le sue chance a Imola. A proposito di candidature recuperate, torna in posizione ‘eleggibile’ il sottosegretario Enzo Amendola grazie alla rinuncia di Raffaele La Regina, il giovane costretto a rinunciare per i tweet contro Israele. Conferma la bocciatura di Luca Lotti, l’ex ministro dello Sport e tra i leader della corrente ‘Base Riformista’ guidata da Lorenzo Guerini: fuori anche Valeria Fedeli, Giuditta Pini, insieme a Luigi Zanda e Barbara Pollastrini che però hanno volontariamente detto addio al seggio.

Nell’ambito della coalizione c’è spazio anche per gli ex 5 Stelle che hanno seguito Luigi Di Maio nella scissione di ‘Insieme per il futuro’. Il ministero degli Esteri correrà per la Camera candidandosi all’uninominale di Napoli-Fruorigrotta, l’ex ministro delle Pari opportunità Vincenzo Spadafora a Napoli-Casoria, mentre l’ex capogruppo del M5S Davide Crippa, all’uninominale del comune campano di Giugliano. Uninominale anche per l’ex ministra all’Istruzione Lucia Azzolina, a Siracusa. Nessun uninominale per la viceministra dell’Economia Laura Castelli, che correrà al proporzionale con le liste di Impegno civico dopo il caos provocato dalla sua candidatura nel collegio di Novara.

A sinistra invece Ilaria Cucchi avrà l’uninominale di Firenze per il Senato, Pippo Civati in Emilia-Romagna. Carlotta Bonvicini, Aboubakar Soumahoro (candidato anche all’uninominale a Modena) e Giovanni Paglia sono i capilista di Sinistra-Verdi alla Camera in Emilia-Romagna.

Per +Europa, Emma Bonino è candidati al plurinominale Lazio 1 e nell’uninominale Senato di Roma centro, in una sfida contro l’ex alleato di Azione Carlo Calenda.

Terzo Polo

I due leader, Matteo Renzi e Carlo Calenda, sono entrambi candidati al Senato. “Io guiderò la lista al Senato in Lombardia, Toscana e Campania”, annuncia Renzi, mentre Calenda sarà candidato anche all’uninominale di Roma Centro.

Ricandidate le ex ministre Teresa Bellanova (Puglia, Sicilia) e Maria Elena Boschi (Lazio e Calabria), e ovviamente anche le attuali ministre Elena Bonetti (in Sardegna e Veneto), Mariastella Gelmini (Lombardia e Toscana) e Mara Carfagna (Puglia e Campania). In Basilicata correrà l’ex governatore Marcello Pittella, dopo la rottura col Partito Democratico.

Non ci sarà invece tra i candidati Federico Pizzarotti, l’ex sindaco grillino di Parma (poi espulso dal Movimento) dato come candidato certo nei collegi in Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna del Terzo Polo. “Non sarò candidato, non ci sono stati spazi seri nel progetto del Terzo Polo per candidature non direttamente collegate ad Azione e Italia Viva. La scelta ‘conservativa’ e poco coraggiosa è stata quella di ‘salvare l’attuale dirigenza’ senza aprirsi a rappresentanti dei territori e di persone che potessero far crescere questo nuovo soggetto”, le parole di Pizzarotti.

Movimento 5 Stelle

Niente uninominale per Giuseppe Conte, che rinunciato all’idea di “sfidare” Luigi Di Maio a Napoli. Il presidente dei 5 Stelle sarà capolista in quattro regioni e cinque collegi per Montecitorio: Lombardia 1 (in due collegi), Campania 1 (primo collegio), Puglia 1 e Sicilia 1 (primo collegio).

In posizione ‘blindate’ i quindici fedelissimi contiani del ‘listino bloccato’ dell’ex premier. Tra questi ci sono i vicepresidenti del Movimento 5 Stelle Riccardo Ricciardi, Michele Gubitosa e Alessandra Todde, l’ex sindaca di Torino Chiara Appendino (capolista in quattro collegi, tutti in Piemonte), l’ex procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho, l’ex procuratore generale di Palermo Roberto Scarpinato e l’ex ministro dell’Ambiente Sergio Costa.

Pagano invece dazio chi nei 5 Stelle era già arrivato al secondo mandato: restano fuori dal Parlamento dunque ‘nomi forti’ come il presidente della Camera Roberto Fico, Paola Taverna, Alfonso Bonafede, Danilo Toninelli e Virginia Raggi.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia