Il TotoCandidati riserva sorprese, a pochi giorni dalla presentazione delle liste. Fratelli d’Italia si muove già con la golden share in mano, nella proiezione del prossimo Parlamento. Stare in lista con Giorgia Meloni fa gola a molti. A partire dai vertici della Rai, a quanto apprende Il Riformista: il direttore del Tg2, Gennaro Sangiuliano, sarebbe in dirittura d’arrivo per formalizzare la sua candidatura con Fratelli d’Italia. In caso di conferma dell’indiscrezione dovrebbe autosospendersi immediatamente da viale Mazzini.

La leader di Fdi avrebbe convinto a correre anche la fascinosa direttrice d’orchestra Beatrice Venezi, probabilmente da far correre nell’alta Toscana. Nella stessa zona si andrebbe a candidare con il partito della Meloni (probabilmente su Arezzo) il “pentito” più discusso, il grande accusatore del Sistema: l’ex capo della magistratura associata, Luca Palamara, potrebbe approdare a Palazzo Madama sui banchi più a destra. Non sono in pochi ad essere sondati, tra le toghe. Nicola Gratteri avrebbe rifiutato “più di una proposta di candidatura” che gli sarebbe arrivata – ha reso noto durante la manifestazione Trame, a Lamezia – perché, ha detto testualmente: “Ascolto tutti, lascio parlare tutti, ma poi prendo io la decisione. Perché a me piace comandare”.

Giulio Tremonti, a dispetto del passato azzurro, sarebbe già stato contattato dai funzionari di Fratelli d’Italia che stanno compilando le liste. Cambio di maglia all’orizzonte anche per l’editore Antonio Angelucci: deputato per tre legislature con il Pdl e Forza Italia, sarebbe in lista per la Lega nel Lazio, così come Simonetta Matone, new entry. In Veneto con il Carroccio è pronto a correre Luca Zaia, che inizierà da Roma la sua sfida ai vertici di via Bellerio.

Ancora a proposito di volti Rai, Maria Giovanna Maglie – che non ha mai fatto mistero della simpatia per Matteo Salvini – correrà con il Carroccio. Che prova a sfilare a Forza Italia il patron della Lazio, Claudio Lotito, protagonista nell’ultima legislatura di un ricorso irrisolto. Per il Terzo Polo è presto per fare previsioni: la lista unica frutto dell’accordo tra Renzi e Calenda deve ancora mettere a terra le sue linee-guida. “Chiunque sarà in Parlamento dal prossimo 25 settembre troverà una delle crisi più drammatiche per la classe media e per le famiglie. Servono persone preparate, che offrono soluzioni e non slogan”, ha detto ieri il leader di Italia Viva. Mentre resta da definire il ruolo di Mara Carfagna, in Lombardia potrebbe esserci Gabriele Albertini in prima linea. Carlo Scognamiglio coglie i segnali milanesi: “Attenzione, il centrodestra accuserà il colpo se la lista del Terzo polo fa sul serio”.

Da Varese, per esempio, potrebbe essere della partita un candidato fuori dagli schemi come l’iraniano Karim Shahir Barzegar, figlio di rifugiati in fuga da Teheran diventati i Re del tappeto persiano. L’economista Carlo Cottarelli, tecnico super partes e vicino a Calenda, gli è stato scippato da Letta che lo metterà capolista in Lombardia. “Non dovrebbe sorprendere chi segue più da vicino le vicende del Pd. Aveva preso parte a più Agorà negli ultimi tempi”, ci dicono dal Nazareno. Di notevole impatto la quota rosa che tra i Dem aveva fino a oggi faticato ad emergere. A partire dalle due ex segretarie generali di Cgil e Cisl: Susanna Camusso (in quota ArticoloUno) e Anna Maria Furlan, anche in chiave di attrazione per il voto terzopolista. Alla sinistra del Pd, con anima ambientalista, la candidata Elly Schlein, 38 anni. Vicepresidente dell’Emilia Romagna e già eurodeputata, è stata la candidata di lista con più preferenze personali in tutta la storia elettorale della sua regione.

Classe 1991 è poi Caterina Cerroni, segretaria dei Giovani democratici, la prima ragazza a svettare in cima ai Giovani Democratici. Correrà con il Pd anche Ilenia Malavasi, sindaca di Correggio fresca di dimissioni, è un’archeologa tostissima che piace molto a Letta. In quel della Sardegna dovrebbe cimentarsi Maria Del Zompo, fino allo scorso aprile rettrice dell’università di Cagliari. Mentre Silvia Roggiani, segretaria del Pd milanese, tirerà la volata in Lombardia. La sorella di Stefano Cucchi, Ilaria, sarà invece candidata alle elezioni con Verdi-Sinistra italiana. Con lei, sarà candidato anche Aboubakar Soumahoro, sindacalista nato in Costa d’Avorio, che per anni si è occupato della condizione dei lavoratori agricoli e dei braccianti. Aboubakar Soumahoro è in Italia da quando ha 19 anni ed è il fondatore della Coalizione Internazionale Sans-Papiers, Migranti e Rifugiati. Dopo 20 anni come sindacalista del Coordinamento agricolo dell’Unione sindacale di base, in prima linea per la tutela dei diritti dei braccianti e per la lotta al caporalato, due anni fa ha lanciato la Lega dei Braccianti.

Nel M5S, dove Giuseppe Conte – che non fa le Primarie – si autocandida capolista “in molti collegi”, si parla dell’ex procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho, anch’egli tra i capilista che indicherà Conte e che non dovranno sottoporsi alla scrematura del voto online. E chi rimane fuori, per il momento? Virginia Raggi, grande esclusa dalla corsa nei Cinque Stelle, avendo fatto due mandati – ma nel Comune di Roma – è su tutte le furie. Tanto da vergare su Facebook un richiamo da garante a Garante: “Servono regole, chiare e da subito, per le parlamentarie. In questi giorni in tanti scrivono a me in qualità di membro del Comitato di Garanzia del M5S chiedendomi chiarimenti sulle modalità in cui saranno svolte le parlamentarie. Ho sottoposto da una decina di giorni la questione agli altri membri del Comitato, al presidente Giuseppe Conte e al Garante Beppe Grillo. In qualità di membro del comitato di garanzia, la più votata, credo che vada data una risposta immediata”. Soprattutto a lei stessa.

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.